Scuola, De Luca: “Da ministro Istruzione posizione propagandistico demagogica”

di Redazione

“Continuo a registrare una posizione propagandistico demagogica da parte del ministro dell’Istruzione (Patrizio Bianchi, ndr.) in relazione alla scuola. Abbiamo tutti l’obiettivo di mandare a scuola le ragazze e i ragazzi, dobbiamo fare di tutto per questo, ma ciò non significa fare demagogia e chiudere gli occhi rispetto alla realtà”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook (video in alto). “Diversamente da quanto dice il ministro, proponendo dati mistificati, non è vero che abbiamo il 92-93% di situazioni normali. Questa – aggiunge – è una pura mistificazione. Ad oggi in Campania, nella fascia d’età 0-13 anni, abbiamo 29mila unità di positivi, quindi 30mila bambini contagiati dall’11 gennaio ad oggi”. – continua sotto –

“Regione non chiede modifica colori” – “Per quanto ci riguarda non chiediamo la modifica dei colori, andiamo alla sostanza. A volte ho la sensazione che colleghi di altre Regioni chiedano che si rompa il termometro per non misurare la febbre”. “Vedremo come evolve questo manicomio dei colori – aggiunge – con l’Italia a colori, le regioni a colori, le quarantene di 10, 5, 6, 3 giorni. Non ne parliamo più”.

“Ecatombe se fossimo stati nelle mani dei ministeri” – “Pensiamo a fare il nostro lavoro e a contestare questa spinta a centralizzare le decisioni che proviene dal governo attuale. Guai a noi se fossimo stati nelle mani dei ministeri, l’Italia avrebbe conosciuto l’ecatombe”. “Non sono in grado di fare nulla a Roma – attacca De Luca -. Ogni tanto il commissario al Covid dice ‘abbiamo raggiunto l’obiettivo’… ma abbiamo, chi? Bisogna dire correttamente: le Regioni hanno raggiunto gli obiettivi. A Roma scrivono solo carte e mandano circolari. Il 100% del lavoro lo fanno le Regioni, non il ministero né i commissari né quelli che mandano le circolari”.

“Numero impressionante di morti, da fine gennaio calo contagi” – “Non so se siamo arrivati al picco, ma la sensazione che si ha è che abbiamo ancora un numero impressionante di morti per Covid. Siamo in una emergenza drammatica da questo punto di vista”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook. “Sul piano del contagio, la sensazione è che si vada verso un qualche assestamento, quindi intuiamo che da fine gennaio inizieremo ad avere una discesa del contagio. Speriamo sia così. Dobbiamo stringere i denti – dice – fino a fine gennaio. Credo che sia ragionevole prevedere che poi, da fine gennaio, comincia questa lenta discesa del contagio”. – continua sotto –

“In Campania 102mila somministrazioni per 5-11 anni” – “Nella fascia d’età 5-11 anni abbiamo raggiunto il numero di 102mila bambini vaccinati. I bambini di questa fascia d’età sono 380mila, ma ormai stiamo andando avanti con quasi 4-5mila vaccinazioni al giorno per questa fascia d’età. Per fine gennaio possiamo arrivare a 150mila”.

Teatro San Carlo, “Intollerabile stipendio da 150mila euro” – Scontro nel Consiglio di indirizzo del teatro San Carlo di Napoli, finito al centro di una querelle politica. La Regione Campania, nell’ultima riunione del Cdi, si è schierata contro la nomina della neo direttrice generale, preannunciando un possibile stop all’erogazione dei fondi. “Abbiamo verificato – così De Luca, spiegando le ragioni dello scontro – che il Soprintendente ha deciso di attribuire a una persona che lavorava al San Carlo, nominandola direttore, uno stipendio di 150mila euro all’anno. Secondo la Regione è una misura non prevista dallo statuto della fondazione, quindi non legittima. Investiremo della questione anche la Corte dei conti, ne attenderemo la pronuncia”. “Riteniamo che, al di là delle questioni statutarie, sia intollerabile che in una situazione di difficoltà economica, con lavoratori in cassa integrazione, qualcuno abbia lo stomaco di portarsi lo stipendio a 150mila euro e nominare figure inutili, senza informare nessuno, neanche la Regione. Se qualcuno immagina di continuare a concepire il teatro San Carlo come una bottega privata – rimarca il governatore – si sbaglia. Negli anni scorsi è stata messa in piedi una logica di ricatto: siccome il San Carlo è un bene di valore mondiale, possiamo fare quello che vogliamo tanto continueranno a finanziarlo. Bene, ho voluto comunicare a tutti che il tempo dei ricatti è finito”.

“Teatro San Carlo, Regione non finanzierà marchette” – “Se il teatro San Carlo è ancora aperto, è grazie alla Regione Campania. Senza la Regione avrebbe chiuso i battenti. Chi parla oggi dovrebbe tacere, così come ha fatto negli anni precedenti, quando il Comune di Napoli stanziava 600mila euro l’anno a fronte dei 10-12 milioni della Regione”, ha aggiunto De Luca. “Chi oggi parla dovrebbero ringraziare con la faccia per terra la Regione Campania. Se c’è qualcuno che ha difeso il San Carlo, e lo difenderà anche in futuro, è la Regione Campania. Ma – sottolinea – la Regione non è più disponibile a finanziare né marchette né abusi d’ufficio né conflitti di interesse”. “Chi oggi parla non ha titolo per aprire bocca – insiste il governatore -. Noi abbiamo difeso e difenderemo per il futuro quello che è un patrimonio mondiale. Ma non difenderemo neanche per un istante né la logica del ricatto né quella della gestione privatistica”. – continua sotto –

Teatro San Carlo, “Parlerò con Muti, serve suo impegno diretto” – “Il più famoso direttore d’orchestra italiano, Riccardo Muti, è un nostro concittadino, un napoletano illustre che lavora nel mondo, non nel teatro San Carlo. Vorrei parlargli, non so che impegni ha oggi, ma credo che sarebbe utile avere una discussione di fondo con lui, intanto per sollecitarlo ad avere un impegno diretto anche sul San Carlo”. Il governatore è stato anche critico nei confronti del soprintendente del San Carlo, il francese Stéphane Lissner, in passato entrato in polemica con lo stesso Riccardo Muti. “Noi – ha aggiunto De Luca riferendosi a Lissner – abbiamo un soprintendente non italiano, mentre il più grande e famoso direttore d’orchestra al mondo è un nostro concittadino, ma lavora fuori. Abbiate pazienza… Nell’ambito di questa operazione trasparenza sul San Carlo, ci starebbe un dialogo con Riccardo Muti. Magari si potrebbero fare scelte più serie e rispettose e non avere più a che fare con gente che pensa di avere atteggiamenti di strafottenza con i soldi degli altri. Chi vuole essere strafottente deve impegnare il suo patrimonio di famiglia, non i soldi della Regione Campania”.

Milano, “Branco di bestie ha circondato ragazze a capodanno” – “Abbiamo visto in queste settimane episodi di bestialità, penso al Capodanno a Milano, in piazza Duomo. Ma che razza di Paese siamo diventati? In piazza Duomo, non nell’estrema periferia, due ragazze circondate da un branco di bestie”. “Sul tema della violenza contro le donne noi dovremmo triplicare le pene, altro che baby gang o immigrati. In queste vicende – aggiunge – non si guarda in faccia nessuno: italiani o non italiani, nessuno deve permettersi di alzare un dito su una nostra ragazza”.

Quirinale, “Si passi a presidenzialismo alla francese” – Spazio anche all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. “Credo che, anche dopo le vicende di questi giorni, l’Italia possa imboccare la strada di un regime presidenziale alla francese: si elegge un Capo dello Stato in maniera diretta sulla base di un impegno programmatico e con il ballottaggio”. È la proposta formulata da De Luca, tra i delegati regionali chiamati ad eleggere il prossimo inquilino del Quirinale. “Stiamo assistendo a una vicenda che riguarda l’elezione del nuovo presidente della Repubblica che credo sia francamente imbarazzante. Negli altri Paesi democratici – aggiunge – quando c’è l’elezione diretta del Capo dello Stato si ragiona, oltre che sulle persone, sul programma. Nel nostro Paese ragioniamo delle persone a prescindere dai programmi che possono interpretare. Verrebbe voglia di dire che sarebbe meglio introdurre in Italia l’elezione diretta del presidente della Repubblica anche per evitare queste immagini imbarazzanti alle quali stiamo assistendo”. “Negli anni scorsi – sottolinea De Luca – il tema dell’elezione diretta si è pure posto, ma si è detto di no perché siamo un popolo che ragiona d’istinto. Certo – scherza -, se avessimo avuto l’elezione diretta sei o sette anni fa, ci saremmo trovati Beppe Grillo presidente della Repubblica…”.

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