Carinaro, Scuola e Comune celebrano la Shoah davanti al “Muretto della Memoria”

di Antonio Taglialatela

Carinaro (Caserta) – La pandemia, anche quest’anno, ha negato alla comunità di Carinaro il tradizionale appuntamento, che ricade il 27 gennaio, dell’insediamento del Consiglio Comunale dei Ragazzi e della celebrazione, in concomitanza, del Giorno della Memoria. – continua sotto – 

Si è riusciti, tuttavia, nel rispetto delle disposizioni anti Covid, a organizzare una piccola iniziativa simbolica nella mattinata di giovedì, all’interno del cortile della scuola secondaria di primo grado, dove il dirigente Ernesto Natale e l’assessore all’Istruzione, Eufemia Barbato, hanno collocato una piastrella commemorativa sul “Muretto della Memoria” (sotto la galleria fotografica) che ogni anno, in occasione del Giorno della Memoria, si arricchisce di un’opera realizzata dagli alunni.

Per commemorare la “Shoah” del popolo ebraico e tutte le vittime del nazismo, Comune e Scuola hanno stilato un documento congiunto che si conclude con un appello a “non essere indifferenti alle discriminazioni, anche se non ne siamo noi il bersaglio”.

Ecco il testo del documento: «“Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile”. Primo Levi nella sua opera “Se questo è un uomo” narra la triste esperienza vissuta in prima persona nei campi di concentramento. È opportuno soffermarsi principalmente sulla parola demolizione in quanto rappresenta pienamente la sofferenza di uomini e donne che sono stati spogliati della loro tradizione, della loro cultura e personalità. – continua sotto – 

Autori, poeti, commediografi e artisti raccontano ed esprimono, attraverso i canali di comunicazione più efficaci, la crudeltà e le ingiustizie che gli ebrei hanno dovuto subire ed affrontare in un periodo storico particolare: gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Un avvenimento devastante per tutti gli uomini ed in particolar modo per gli ebrei, identificati come diversi. Una razza inferiore, da perseguitare e sterminare. La persecuzione ha causato negli ebrei un disfacimento del proprio ego e, nei loro posteri, lacune sulla propria identità, creando in loro l’esigenza di ricordare, di recuperare i vari frammenti della storia per poter ricostruire il passato dei loro antenati. L’unico modo per restituire loro il proprio nome e la propria dignità consiste nel non dimenticare mai quegli anni, l’Olocausto, vero e proprio genocidio premeditato.

Una data: 27 gennaio 1945, i cancelli di Auschwitz vengono finalmente abbattuti. Si evidenzia e denota uno scenario desolante: morti, prigionieri deboli e malati. Uomini, donne e bambini stremati dalla cattività e dalla prigionia, sofferenti per un’unica “colpa”: essere ebrei. Ogni anno, il 27 gennaio è dunque il Giorno della Memoria: cerimonie, eventi ed incontri rappresentano il modo per poter commemorare e riflettere affinché episodi drammatici come quello avvenuto il secolo scorso, e quindi non molto tempo fa, non accadano più; un modo affinché non si ripresenti uno scenario in cui gli uomini siano costretti ad essere l’uno contro l’altro, una lotta alla sopravvivenza per una comunità dove ognuno era disperatamente solo.

Da quel giorno tristemente noto a tutti, tante leggi sono state varate e applicate un po’ dovunque nel mondo, volte ad abolire il razzismo e ogni forma di discriminazione, da quella sociale a quella economica a quella di religione. Abolire la discriminazione con le leggi è sicuramente un atto di civiltà e di democrazia, ma non sempre significa cancellarlo dagli atteggiamenti della vita quotidiana. Ogni giorno le cronache ci parlano di atti di intolleranza e di discriminazione che si traducono anche in gravi violenze fisiche, nei confronti di coloro che sono forse solo più deboli o che hanno bisogno di essere aiutati perché si trovano momentaneamente in difficoltà. Garantire a tutti gli stessi diritti e combattere le discriminazioni significa anche rispettare le diversità che rendono tutti noi straordinariamente unici. – continua sotto – 

L’Amministrazione Comunale di Carinaro e l’Istituto Comprensivo da sempre si impegnano perché meditare e tramandare è l’autentico significato di questa giornata e la partecipazione non costituisce un rito formale bensì un monito per un impegno concreto a non restare insensibili ai problemi altrui. E’ l’appello a non essere indifferenti alle discriminazioni, anche se non ne siamo noi il bersaglio». A SEGUIRE ALCUNE FOTO DELL’EVENTO

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