Aversa, nuovo record per l’unità di Orto-Traumatologia del “Moscati” diretta dal dottor Pellegrino

di Jacopo Grassia

Aversa (Caserta) – E’ ancora record per la Uoc di Orto-Traumatologia del presidio ospedaliero “Moscati” diretta dal dottor Achille Pellegrino (nella foto). I dati ufficiali definitivi per l’anno 2020 del Programma Nazionale Esiti, sviluppato dall’Agenas che fornisce valutazioni di efficacia e qualità delle cure, confermano una performance eccezionale nel trattamento delle fratture del collo del femore nei pazienti over 65 anni entro le 48 ore dall’accesso in pronto soccorso. – continua sotto –

L’ospedale aversano si attesta oltre l’80%, vale a dire 207 pazienti su 256 trattati chirurgicamente entro due giorni dall’evento fratturativo, dati decisamente superiori rispetto alla media nazionale (64%) e alla media regionale (55%). Non si tratta di una pagella, tengono a precisare i redattori bensì di «uno strumento per il miglioramento delle performance». Soddisfatti i vertici dell’Asl Caserta, ovvero il direttore generale Ferdinando Russo, il direttore amministrativo Amedeo Blasotti e il direttore sanitario Marco De Fazio.

«Grazie ad un’azione multidisciplinare e multispecialistica, nonostante le ben note criticità legate alla pandemia Covid 19, abbiamo riservato una corsia “preferenziale” per il Fast-Track delle fratture del femore prossimale nei pazienti over 65 – afferma il direttore del reparto di Orto-Traumatologia del Moscati, Achille Pellegrino – attivando un protocollo diagnostico-terapeutico con criteri di inclusione e esclusione all’intervento chirurgico entro le 48 ore».

«L’intervento precoce di stabilizzazione delle fratture del collo del femore nei pazienti over 65 è fondamentale perché  determina una diminuzione sia della degenza media pre-operatoria che post-operatoria con una marcata riduzione delle complicanze da allettamento, quali ulcere e/o piaghe da decubito, infezioni e complicanze cardio-respiratorie e cardio-circolatorie nel pre-operatorio e un’abolizione o marcata riduzione del dolore con conseguente riabilitazione precoce nel post-operatorio, così da evitare lunghe degenze ospedaliere e riabilitative e, quindi, un aggravio di costi diretti, indiretti e anche sociali.  Pur tuttavia – ha continuato Pellegrino – pazienti affetti da comorbità necessarie da essere inquadrate dal punto di vista clinico-strumentale e immediatamente corrette prima dell’intervento chirurgico, non sempre vengono trattati entro le 48 ore: in alcuni casi l’intervento chirurgico viene eseguito quando si raggiunge una stabilizzazione e una correzione di tutte le criticità organiche avvalendosi di un costante monitoraggio generale, onde evitare complicanze talora anche letali». – continua sotto –

«Ovviamente – conclude Pellegrino – all’intervento chirurgico deve seguire immediatamente un trattamento riabilitativo per la ripresa funzionale e la concessione precoce del carico e della deambulazione. Proprio per questo motivo abbiamo stilato un protocollo aziendale riabilitativo per la presa in carico dei pazienti e attivato un ambulatorio Fracture Laison Service dedicato ai degenti affetti da fratture da fragilità in modo da realizzare un percorso organizzativo adeguato secondo modelli elaborati sia a livello internazionale dall’International Osteoporosis Foundation (I.o.f.) sia a livello nazionale dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (S.i.o.t.) con la realizzazione di un database e di una cartella clinica informatica».

L’obiettivo finale, così come riassunto efficacemente dal programma dell’I.o.f. denominato “Capture the fracture”, è quello di evitare le rifratture, monitorando i pazienti in modo attento e controllato, per impedire il cosiddetto “treatment gap”. Solo così il “paziente fragile”, sia “anziano” che “grande anziano”, potrà beneficiare di cure che assicurino il ritorno a compiere gli atti quotidiani della vita quo ante l’evento fratturativo e una minore incidenza di complicanze, di aggravamenti di condizioni cliniche pregresse già compromesse, e, soprattutto, di rifratture.

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