Aversa, gestione parchi pubblici: l’emblema dell’incapacità politica degli ultimi 15 anni

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Parco Antonio Balsamo e Parco Ninì Grassia. Sono questi due piccoli spazi verdi, costati alla collettività poco meno di mezzo milione di euro, l’emblema dell’incapacità della politica aversana degli ultimi quindici anni di riuscire a gestire la cosa pubblica. – continua sotto –

Le amministrazioni che si sono succedute sino ad ora si sono barcamenate, hanno messo in atto tiepidi tentativi di gestione sui generis, ma resta il fatto che il parco dedicato al genio del sassofono, ubicato in via Luca Giordano, è praticamente inagibile (in questo caso si sono aggiunti anche i soliti vandali di turno), mentre quello intitolato al regista scopritore di Nino d’Angelo, in via Atellana, di fatto non è mai stato aperto, se non per brevissimi periodi. Proprio nel Parco Grassia un immigrato dell’Europa dell’Est aveva trovato rifugio nei locali della guardiania, allestendovi una vera e propria camera da albergo con tanto di letto, comodini e comò, ma fu costretto a sloggiare a seguito dell’intervento della Polizia municipale.

A questi, con un’assoluta carenza di lungimiranza, l’attuale amministrazione ha aggiunto il parco intitolato a Valerio Taglione, il “partigiano del bene”, come è stato ribattezzato. Ovviamente, anche per questo piccolo spazio verde si stanno ripetendo le logiche che hanno contraddistinto la vita degli altri due. Nei giorni scorsi i due assessori delegati Marco Villano (Lavori pubblici, Urbanistica) ed Elena Caterino (Verde e Ambiente) hanno portato in giunta una delibera che prevede poco meno di mezzo milione di euro per risollevare il destino di questi tre spazi verdi e, ovviamente, del parco pubblico aversano per antonomasia, ossia il Parco Pozzi, che in questi giorni ospita un asfittico mercatino di Natale.

Dall’opposizione, nonostante la previsione di questa manutenzione straordinaria, non risparmiano critiche all’amministrazione che in questi due anni non è riuscita a riaprire il Parco Grassia, mentre ha chiuso definitivamente anche il Parco Balsamo e reso poco appetibile per eventuali fruitori, dopo solo un paio di mesi, il Parco Taglione, inaugurato la scorsa estate. In particolare, il consigliere comunale di centrodestra Alfonso Oliva ha dichiarato: «È stato tutto un bluff da campagna elettorale. Siamo al giro di boa ed i parchi sono uno sbiadito ricordo: ormai sono chiusi e sembra che non rientrino non nelle priorità ma nemmeno nelle preoccupazioni secondarie di un’amministrazione che non ha alcuna programmazione se non quella di resistere per non andare alle urne». – continua sotto –

Alcuni tentativi, maldestri, sono stati fatti in passato dalle vecchie e dalla nuova amministrazione tentando anche di far cassa. Si chiedeva ai privati di pagare, mentre, invece, probabilmente era il contrario, per mettervi un chiosco per la vendita di bibite, obbligandosi a manutenere le aree. Probabilmente, sia per il Parco Balsamo che per il Parco Grassia sarebbe bastato (e forse si è ancora in tempo) affidarli a qualche associazione di volontariato (anche due insieme), non per forza di cose ambientaliste, dando loro anche la possibilità di utilizzare come sede le costruzioni presenti nelle due strutture, con l’obbligo della manutenzione, almeno ordinaria.

Un’idea che dovrebbero perseguire anche l’attuale sindaco Alfonso Golia e il suo esecutivo. Solo così si potrebbe consentire l’apertura di due piccoli polmoni verdi che, almeno nelle intenzioni di chi li ha voluti (amministrazione Ciaramella) dovevano rappresentare uno sfogo per le due zone periferiche nelle quali sorgono; zone che hanno, oramai, una densità abitativa da far impallidire quella della napoletana Portici, ritenuta la città, insieme a Casavatore, a più alta densità abitativa in Europa.

Un discorso a parte merita il Parco Pozzi al quale sono in molti a voler cambiare anche il nome dedicandolo al più illustre cittadino aversano, il musicista Domenico Cimarosa, genio dell’Opera Buffa, o a Giovanni Paolo II grazie al quale fu creato nel 1990 per ospitare la sua venuta. Al di là del nome, comunque, il parco necessita di un’organizzazione che comprenda la cura ordinaria del verde, delle giostre e dei bagni. Se non si vuole che il vasto polmone verde, presente nel centro di Aversa, sia alla mercé di chiunque, è necessario un affidamento urgente, possibilmente senza canone a favore del Comune, ma con obblighi di manutenzione e guardiania.

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