Aversa tra “poteri forti” e consiglieri “zitti e buoni”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – “Ma ti rendi conto che c’è una calma piatta?”. “Effettivamente è così. Solo qualche annuncio eclatante e vuoto contemporaneamente ma, di fatto, nessuno parla, nessuno si lamenta anche dall’opposizione, se si escludono Alfonso Oliva e Gianluca Golia”. “Sì, ma si tratta di una opposizione che lascia il tempo che trova. Alfonso esagera rischiando di non essere più credibile anche quando denuncia il vero, mentre Gianluca è troppo un bravo ragazzo anche quando critica”. “Si, comunque, nessuno dei due appartiene a quella parte politico-affaristica, trasversale che decide in città, che detiene effettivamente il potere. E se questa parte non parla, significa che gli sta bene questa amministrazione, quello che (non) sta facendo”. – continua sotto –  

Quello che precede non è un dialogo surreale, ma uno scambio di idee tra il sottoscritto e l’amico Francesco di Biase qualche sera fa, commentando il clima politico che si respira in città in questi mesi, ma che si è respirato anche prima. Quelli che, a livello nazionale, chiameremmo “poteri forti” non si lamentano di nulla. La progenie democristiana che da tempo immemorabile comanda effettivamente in città, presente o meno nella casa comunale, le stirpi di palazzinari cementificatori di ogni centimetro ancora libero in questa sfortunata Aversa, chi vive in quel limbo felice fatto di piccoli appaltatori che sbarcano il lunario grazie ai tanti medio-piccoli lavoretti pubblici con affidamento diretto o cottimo fiduciario che dir si voglia, stanno rispettando un silenzio esemplare.

Ovviamente non sono loro che parlano o si lamentano ma, in genere, questa classe padrona utilizza come megafoni i consiglieri peones (ci sono sempre in ogni consiliatura) che hanno contribuito a far eleggere perché tutelassero i loro interessi. Consiglieri che stanno “zitti e buoni” perché così gli è stato detto. Lo status quo sta, evidentemente, bene a questi poteri forti locali che stanno garantendo una tranquillità a questa variopinta amministrazione che, altrettanto evidentemente, a loro non dà fastidio. E questo è uno dei motivi per i quali questo Consiglio comunale e questi assessori (quelli di prima forse no, visto che li hanno fatti liquidare) andranno avanti sino alla naturale scadenza della consiliatura prevista per la primavera del 2024. Altri due anni e mezzo di silenzio latente, tranne da uno che vuole diventare sindaco e l’altro che ha sognato, seppure per quindici giorni, di poterlo diventare. Entrambi senza sapere che la regia è esterna.

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