Scontri a Roma, Lamorgese respinge accuse su “strategia della tensione”

di Redazione

Nella sua informativa alla Camera sugli scontri avvenuti a Roma il 9 ottobre, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha respinto l’accusa che la polizia abbia perseguito la cosiddetta strategia della tensione. “C’è stata una lettura politica che tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato dal comportamento delle forze dell’ordine – ha detto -, devo respingere fermamente questa lettura”. – continua sotto –

“Nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore. E’ palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati”, ha affermato la Lamorgese, sottolineando che “il deficit di sicurezza è stato determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione” e che non deve “più ripetersi”.

“Non c’erano agenti infiltrati tra manifestanti” – “In quella manifestazione – ha proseguito – le nostre forze di polizia hanno subito ben 41 feriti e questo anche per fronteggiare i facinorosi che intendevano assaltare anche le sedi istituzionali”. La Lamorgese ha quindi respinto anche l’ipotesi che vi fossero tra i manifestanti “agenti infiltrati. Escludo questo supposto inquietante retroscena”, ha detto spiegando che in piazza vi erano, invece, come da prassi agenti in borghese della Digos.

“Irruzione alla Cgil in pochi minuti” – L’irruzione nella sede della Cgil, ha sottolineato il titolare del Viminale, è stato “il momento più drammatico” e “che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia. Un momento durato otto angoscianti minuti, che ha avuto il suo apice tra le 17:32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17:35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali”. – continua sotto – 

“A Trieste analogie con gli scontri di Roma” – Il ministro ha parlato di “caratteristiche analoghe” tra le proteste di Trieste e Roma. “Nonostante il richiamo del prefetto di Trieste alla palese illegittimità dello sciopero, è stato attivato un presidio al varco 4”, impedendo lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti e “a fronte di tale situazione il prefetto ha indetto un comitato urgente di sicurezza in cui si è condiviso di effettuare lo sgombero. Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario l’uso di idranti e lacrimogeni”.

“Su 5.569 manifestazioni di protesta 52 episodi di violenza” –  Lamorgese ha poi ricordato che da febbraio 2020 al 18 ottobre si sono tenute 5.569 manifestazioni di protesta, più della metà nel 2021, e di queste 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, che hanno riguardato la contestazioni al Green pass. Il 3,4% è sfociato in episodi di violenza, ossia 52 manifestazioni. “Nello stesso periodo – ha aggiunto – lo sforzo di contenimento delle contestazioni di piazza ha portato all’assegnazione di 17.470 unità delle forze mobili di polizia all’autorità di pubblica sicurezza”.

“Ci attende ancora un periodo molto impegnativo” – Durante l’informativa alla Camera, il ministro ha ribadito che “ci attende un periodo ancora molto impegnativo che, per altro, vedrà a fino ottobre lo svolgimento del G20. E’ da considerare prezioso l’apporto informativo volto a considerare ogni pericolo e indirizzare attività di mediazioni che hanno dimostrato l’efficacia nell’abbassare la tensione e decongestionare la piazza”.

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