Incendio grattacielo a Milano: si indaga su “effetto lente”, escluso cortocircuito

di Redazione

Escluso un corto circuito come causa scatenante del rogo che ha distrutto la Torre dei Moro a Milano, gli inquirenti stanno ora indagando sulla possibilità che a provocare l’incendio sia stato un “effetto lente” di un oggetto di vetro, come una bottiglia, lasciato sul balcone dell’appartamento al 15esimo piano dal quale si sono propagate le fiamme. – continua sotto – 

Riflettendo il sole su un altro oggetto e scaldandolo, la “lente” potrebbe aver causato il rogo. Esclusa l’ipotesi di un cortocircuito, dato che il proprietario dell’abitazione e suo figlio hanno messo a verbale che la corrente elettrica era staccata (conferma che sarebbe arrivata dall’analisi sui consumi), le indagini si stanno concentrando ora sull’ipotesi dell’effetto lente. – continua sotto – 

Nel frattempo, alcuni legali hanno depositato le nomine per le “persone offese”, ovvero i condomini che vivevano nella Torre. Se verranno disposti accertamenti irripetibili da parte della procura, che potrebbe nominare esperti per le analisi, le persone offese, i legali e i consulenti potranno prendere parte. – continua sotto – 

Gli inquirenti dovranno anche ascoltare i responsabili della Moro Real Estate, che ha realizzato la Torre, e quelli della Aza Corp (ex Aghito Zambonini) che ha realizzato il rivestimento esterno, che ha bruciato in pochi minuti perché fatto di “materiale altamente infiammabile”. Diversi gli elementi, secondo i pm, che hanno reso la Torre “insicura”. IN ALTO IL VIDEO

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