Festival di Venezia, cinque italiani in concorso: atteso Sorrentino con “E’ stata la mano di Dio”

di Gaetano Bencivenga

Annunciata dal direttore Alberto Barbera la lista completa dei film partecipanti alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un’edizione, come quella dello scorso anno, in presenza nel pieno rispetto delle regole anti Covid, dalla capienza al 50% all’accesso con green pass, che già strizza un occhio benevolo ai colori nazionali, proponendo un cartellone ricco di titoli diretti da cineasti nostrani. – continua sotto – 

Per la prima volta nella storia del festival lagunare in corsa per il Leone d’Oro ci saranno ben cinque lungometraggi italiani sui ventuno totali. Il primo, e tra i più attesi, è l’ultimo lavoro di Paolo Sorrentino “E’ stata la mano di Dio” con l’immancabile attore feticcio Toni Servillo, protagonista alla kermesse in altre due opere, intriso di ricordi d’infanzia e adolescenza, segnati dal culto per l’indimenticato “pibe” Maradona. Enormi aspettative, anche, per “Freaks out” di Gabriele Mainetti, che, dopo il folgorante successo di “Lo chiamavano Jeeg Robot”, rinnova il sodalizio artistico con Claudio Santamaria. Gradito ritorno al Lido per il regista Mario Martone, che in “Qui rido io” dirige un Toni Servillo, particolarmente, ispirato nei panni di Eduardo Scarpetta, un autentico mito del teatro partenopeo. – continua sotto – 

I fratelli della macchina da presa Fabio e Damiano D’Innocenzo sbarcano in Laguna forti del successo internazionale di “Favolacce” e propongono un thriller dai toni, sicuramente, accattivanti e spiazzanti nel loro “America Latina”, affidando a Elio Germano, nuovamente, un ruolo di forte impatto emotivo. Il quinto e ultimo contendente italico è “Il buco” di Michelangelo Frammartino, basato sulla storia vera di un’avventurosa spedizione speleologica. – continua sotto – 

Scorrendo l’elenco, colpisce la presenza di tre autori sudamericani di grido (Michel Franco, Pablo Larraìn, Lorenzo Vigas), di cinque cineaste, tra le quali spicca il nome altisonante dell’australiana Jane Campion, ma, soprattutto, del maestro iberico Pedro Almodovar, per il terzo anno consecutivo alla Mostra in diverse vesti. Leone d’Oro alla carriera nel 2019, fuori concorso con il mediometraggio “La voz humna” nel 2020, e ora in competizione ufficiale con “Madres paralelas”, accompagnato dalla musa ispiratrice Penelope Cruz, cui spetterà l’onore di inaugurare l’edizione 2021 in programma dall’1 all’11settembre prossimi.

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