Asl Caserta, corruzione al Dsm di Aversa: chiuse indagini per 70 indagati

di Daniela Rosato

La Procura di Napoli Nord ha chiuso le indagini a carico di 70 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta su corruzione e appalti truccati che il 22 febbraio scorso ha travolto il Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta con 12 arresti – tra cui quello dell’ex dirigente Luigi Carizzone, in congedo, ex funzionario del Dipartimento di Salute Mentale di Aversa, funzionari medici tuttora in servizio, dipendenti dell’azienda sanitaria locale e imprenditori operanti nel campo della sanità – e il sequestro preventivo di beni per la somma complessiva di circa 1 milione e 580mila euro. – continua sotto – 

Tra gli indagati, con l’accusa di “traffico di influenze”, anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, che si è detto estraneo a ogni addebito. Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, dovrà trascorrere un termine di venti giorni, entro il quale gli indagati potrebbero chiedere di essere interrogati per chiarire la propria posizione; trascorse le tre settimane, il pm chiederà il rinvio a giudizio, anche se per qualche posizione potrebbe chiedere l’archiviazione. – continua sotto – 

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Corona, sono state condotte dai carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazione) che hanno riscontrato numerose violazioni al Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), situato ad Aversa. Rilevate, in primis, anomalie nell’utilizzo del sistema informatico interno di gestione delle presenze, da parte di un dipendente che ne aveva accesso per la propria funzione di coordinatore amministrativo aziendale, e accertata una serie di illeciti allontanamenti dal servizio da parte di 22 soggetti, dipendenti dell’Asl di Caserta, per i quali, il 25 novembre 2020, era già stata eseguita un’ordinanza cautelare per l’applicazione di misure interdittive per truffa ai danni dell’Asl. – continua sotto – 

Supportati da riscontri alle numerose intercettazioni delle conversazioni telefoniche ed ambientali, nonché dall’acquisizione ed analisi di migliaia di atti aziendali e delle imprese accreditate, per gli investigatori, poi, è stato possibile evidenziare ipotesi delittuose finalizzate alla turbata libertà degli incanti mediante: l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Menale, in cambio di somme di danaro e regalie varie; una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche che venivano affidati a strutture esterne convenzionate (cogestori) senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (Uvi), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’Asl di Caserta; l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, corrispondevano ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’Asl, regalie o altri vantaggi quali assunzioni di propri familiari. – continua sotto – 

E ancora: vicende relative alla corruzione attribuibile ai gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro ed altre regalie ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici; alla gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell’Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell’Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari; alla creazione di progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle “fasce deboli”, di fatto mai attuati e dunque destinati alla sola spartizione delle somme di danaro pubblico investito, tra i sodali dipendenti del Dsm; all’affidamento pilotato di incarichi legali e mantenimento di apicali incarichi dirigenziali in seno all’Asl, mediante traffici di influenze illecite; all’acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell’Asl; all’illecito allontanamento dal servizio, da parte di alcuni dipendenti dell’Asl, al fine di assolvere faccende personali e familiari. Nell’inchiesta figurano anche i lavori nella villa confiscata a Casal di Principe al boss dei casalesi Walter Schiavone (fratello del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone) e affidata all’Asl; la cosiddetta “Villa Scarface” poiché ispirata al famoso film. – continua sotto – 

Nel collegio difensivo fanno parte gli avvocati Raffaele Costanzo, Giuseppe Stellato, Angelo Raucci, Giovanni Cantelli, Gennaro Iannotti, Umberto Pappadia, Carmine D’Onofrio, Luigi Iannettone, Emilio Martino, Vincenzo Domenico Ferraro, Gianluca Di Matteo. IN ALTO IL VIDEO

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