Gricignano, Comitato #NoBiodigestore: “Sospensione iter non deve distrarci”

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – “La sospensione provvisoria dell’iter sul biodigestore è una vittoria parziale che, tuttavia, non deve distrarci dall’obiettivo finale di fermare quel progetto definitivamente”. Non intende mollare la presa il Comitato #NoBiodigestoreGricignano sull’impianto che la società “Ambyenta Campania” ha chiesto di realizzare nella zona industriale ma nemmeno su altre aziende, già insediate o in attesa di farlo nella stessa area, dedite alla lavorazione dei rifiuti. – continua sotto – 

Nel corso di un’intervista (guarda video in alto) con Giovanna Moretti e Francesca Tessitore, rappresentanti del comitato, è stato ribadito che “il progetto del biodigestore sin da subito è apparso distonico rispetto alle esigenze locali ed alle compromesse condizione ambientale del territorio. Molti sono gli aspetti che ci hanno preoccupato tecnici, ambientali, di utilità dell’impianto e, non ultime, la gestione privatistica e i possibili conflitti di interesse che potrebbero configurarsi”. “Un ruolo importante – hanno aggiunto le esponenti del comitato – lo ha giocato l’attenzione mediatica che siamo riusciti a sollevare nel tempo con le varie manifestazioni organizzate, come la raccolta firme, che ha visto partecipare anche i cittadini dei comuni limitrofi, totalizzando 1320 sottoscrizioni, e diverse associazioni, e l’interrogazione in Consiglio Regionale fatta in collaborazione con la consigliera regionale Maria Luigia Iodice. Inoltre, abbiamo avuto modo di presentare le nostre perplessità al procuratore di Napoli Nord in occasione di un incontro sullo studio dell’Istituto superiore della sanità che comprovava il disastro ambientale del nostro territorio”. – continua sotto – 

“In questi mesi – hanno sottolineato – ci siamo convinti sempre di più che il tutto poteva essere fermato. Abbiamo spronato e sollecitato moti degli Enti coinvolti a produrre i propri dovuti atti, ricordiamo i solleciti e le diffide fatte all’Asl, all’Arpa e ai sindaci per sollecitarli ad emettere pareri sanitari. Infatti, siamo molto soddisfatti delle osservazioni presentate dall’Arpa, molto articolate e precise, che, a nostro avviso, insieme alle perplessità sulla compatibilità del progetto con il piano Asi, ai pareri sanitari, che i sindaci sotto nostro suggerimento stanno procedendo a emanare, e alle le criticità avanzate dal tecnico incaricato, ingegner Girardi, nella sua relazione, hanno indotto la Ambyenta Campania a richiedere la sospensione dell’iter per 180 giorni”. – continua sotto – 

Tuttavia, questo lasso di tempo potrebbe consentire alla società proponente di adottare le opportune modifiche al progetto e al consorzio Asi di approvare il nuovo piano generale che lo renderebbe urbanisticamente compatibile. Ecco perché il comitato attende che il Comune continui deciso a compiere tutti gli atti dovuti e più volte promessi. “Dobbiamo arrivare ad ottobre con la variante al Piano regolatore, con l’adozione del nuovo Puc, con il parere sanitario e con un tavolo istituzionale in Regione che più volte abbiamo richiesto al sindaco”, ribadiscono dal comitato. – continua sotto – 

Ma, come dicevamo in apertura, non solo biodigestore. Il comitato si è interessato anche delle questioni delle aziende Sae ed Ecoplus. “Alla Sae – spiegano dal comitato – il 12 maggio la Regione ha rilasciato il decreto definitivo. Quindi, mentre prima poteva solo stoccare olii esausti oggi si prepara ad ampliare l’impianto per lavorare tipologie di rifiuti e produrre ‘materia prima seconda’ per il biodigestore. Abbiamo avuto già un colloquio con due avvocati amministrativisti che ci aiuteranno a presentare ricorso in sede giudiziaria. Ci sono molte perplessità sull’iter delle autorizzazioni, a partire dalla assenza del Comune alle conferenze dei servizi, tranne che ad una, alla mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione comunale che non ha adempiuto agli obblighi di pubblicazione sulle date delle conferenze di servizi e non ha permesso a noi associazioni di partecipare al procedimento autorizzatorio. Il che a nostro avviso è molto grave”. – continua sotto – 

Per quanto riguarda Ecoplus, il comitato riferisce che questa “nasce come azienda di trattamento di rifiuti inerti (materiale di risulta dell’edilizia principalmente), ottiene l’autorizzazione regionale ad ottobre 2020 a seguito di iter completamente non presidiato da parte del Comune di Gricignano, subito dopo a gennaio 2021 converte la sua autorizzazione introducendo anche l’eventuale lavorazione di umido e, quindi, predisponendosi a relazioni commerciali col biodigestore”. “Anche su questo iter – continuano dal comitato – abbiamo fatto sentire la nostra voce, portandolo in Commissione Ambiente il 2 aprile scorso, purtroppo rilevando il totale (non sappiamo dire se voluto) mancato presidio della questione da parte di maggioranza ed opposizione, e trovandoci in un silenzio tombale da parte di sindaco e assessori. Per questo abbiamo deciso di invitare sindaco e tutti i consiglieri in piazza e rivolgere loro pubblicamente delle domande”. – continua sotto – 

“Ad oggi ad Ecoplus manca il permesso a costruire e preme con diffide per averlo. Il comitato e le associazioni – proseguono gli esponenti del comitato – chiedono che non venga rilasciato. Nei giorni scorsi abbiamo diffidato Comune di Gricignano e Asi a non rilasciare il premesso e la compatibilità urbanistica. Le motivazioni per rinnegare il permesso a costruire sono tante e valide, come riportato nella sentenza del 2013, che di fatto annulla il primo permesso a costruire. Non ci sono le opere urbanistiche né le condizioni per realizzarle. Il terreno è in zona S (servizi) del piano urbanistico Asi, quindi, come per il biodigestore, non può ospitare un opificio. La richiesta del permesso si rifà ad una convenzione Asi (2014) ormai scaduta. Ci aspettiamo che l’amministrazione di Gricignano ponga rimedio alle sue gravi mancanze nel presidio degli iter in regione, promuovendo i ricorsi legali e non rilasciando il permesso a costruire. Sia per Ecoplus che per Sae abbiamo fatto ufficiale richiesta di accesso agli atti allo scopo di ricostruire i ‘discutibili’ iter e di impostare i corretti ricorsi legali”. – continua sotto – 

Intanto, il comitato rivendica fortemente il contributo suo e di tutte le altre associazioni alla lotta al biodigestore e all’insediamento di altri opifici dediti alla lavorazione dei rifiuti. “Le associazioni – sostengono gli attivisti – stanno svolgendo un ruolo determinante e sull’aspetto della comunicazione e trasparenza nei confronti dei cittadini, seguendo ogni fase e portando a conoscenza i fatti che si susseguono e, concretamente, sull’aspetto tecnico amministrativo,  ponendosi in una posizione propositiva e collaborativa, innanzitutto nei confronti dell’amministrazione comunale, studiando gli atti dei procedimenti, suggerendo le possibili iniziative da intraprendere, ma anche criticando l’inerzia riscontrata in diversi momenti e incalzando con richieste di provvedimenti (come è successo con il parere sanitario del sindaco, il quale, più volte, dietro nostra proposta, aveva sostenuto che non vi erano le condizioni, oppure con l’improvviso stop alla variante al piano regolatore) o con le diffide presentate (come quelle al comune di Gricignano e all’Asi a non rilasciare il permesso a costruire avanzato dalla Ecoplus). – continua sotto – 

Un ruolo, quello delle associazioni, che si sta dimostrando prezioso. L’intenzione, ora, è quella di evolversi da comitato ad associazione riconosciuta. “Vogliamo rendere permanente – spiegano gli attivisti – il contributo che questa può offrire a tutela degli interessi generali dei cittadini, sostituendosi alle istituzioni quando esse sono inerti solo per strategia al fine di favorire gli interessi di pochi anche in palese conflittualità di interessi. Vogliamo allargare lo scopo dell’associazione, che non deve essere solamente specifico alla lotta al biodigestore, ma che deve guardare alle questioni ambientali e della salute pubblica in generale, facendo crescere il gruppo di lavoro con nuove adesioni, e, la cosa più importante, ricorrendo agli strumenti previsti dal legislatore con la legge 106 del 2016 sul Terzo Settore, a sostegno di enti privati costituiti con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale”. IN ALTO IL VIDEO

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