Aversa, Pollini (Confesercenti): “Un reddito di cittadinanza anche per le imprese”

di Redazione

di Rosamaria Fabozzo (da Osservatorio Cittadino) – Il Covid-19 sta facendo tantissimi morti e questo è il primo e non trascurabile aspetto di questa terribile pandemia. Accanto a questo dato c’è la costante moria delle piccole e medie imprese e il conseguente crollo dei redditi dei tanti imprenditori che non sono riusciti a superare la crisi. E per questo motivo che quale vicepresidente vicario di Confesercenti Campania che lancio un appello al Governo e chiedo che si possano sostenere i tanti titolari di partita iva con un provvedimento ad hoc, una specie di “Reddito di Cittadinanza” per i titolari di Partita Iva. – continua sotto – 

Questa l’interessante proposta di Maurizio Pollini che specifica ulteriormente la sua idea: «Come lo Stato ha previsto per le persone che non hanno un’occupazione la possibilità di ottenere un sussidio fisso potrebbe farlo anche per i piccoli imprenditori che hanno dovuto chiudere la propria attività per cause ad essi non imputabili ma attribuibili alla pandemia ed alle limitazioni imposte da chi ci governa per limitare la diffusione del virus. Considerato, poi, che il piano vaccinale, qualora non dovesse subire rallentamenti e nella migliore delle ipotesi, prevede che la somministrazione del vaccino possa completarsi entro l’estate e che quindi una ripresa potrebbe cominciare a partire da settembre, ci chiediamo come gli imprenditori possano resistere fino a quella data senza un piano economico che preveda ristori e sostegni immediati e certi. Se il governo impone la chiusura di determinate attività commerciali allo stesso modo dovrebbe prevedere un sostegno, ma che sia immediato». – continua sotto – 

«A questa lotta – sostiene Pollini – dovrebbero unirsi tutti i sindaci della Campania per chiedere interventi immediati ma non sulla carta, interventi che riescano a portare i soldi nelle case dei commercianti colpiti dalla crisi. Se i soldi non arrivano subito a settembre ci troveremo di fronte a una situazione catastrofica con almeno il trenta per cento di aziende chiuse con un’impennata della disoccupazione e con una crescita della popolazione in condizioni di assoluta povertà. Con ripercussioni non solo sull’economia nazionale ma anche sul tessuto sociale con maggiori richieste di assistenza presso le associazioni caritatevoli quali la Caritas e con un rischio enorme di alimentare la microcriminalità e di favorire la criminalità organizzata sempre pronta a inserirsi in momenti di disagio e di debolezza. Personalmente ed anche attraverso le Istituzioni che mi onoro di rappresentare stiamo continuando ad alimentare la macchina della solidarietà donando grossi quantitativi di generi alimentari alla Caritas, tuttavia ciò non è sufficiente, è necessario approntare un piano di sostegno che consenta la ripresa delle attività commerciali e il riscatto di queste persone che hanno subito più degli altri gli effetti della crisi». – continua sotto – 

Per quanto attiene la ripercussione sociale e sull’ordine pubblico, secondo l’esponente di Confeserventi «è chiaro che situazioni di indigenza e di necessità inducono ad essere meno attenti e ligi al rispetto delle leggi e si può facilmente cadere nella tentazione di delinquere. Quindi, potrebbero aumentare i casi di furti e rapine. Inoltre, nell’attesa che lo Stato intervenga con strumenti, possibilmente rapidi e certi, potrebbero verificarsi tentativi di penetrazione, nel tessuto produttivo, delle mafie che, è risaputo, possono contare su una enorme liquidità che da sempre cercano di riciclare in imprese “pulite” e al di sopra di sospetti, per poter disporre di una forza economica “regolare”, legittima, legale. I momenti di crisi sono quelli che maggiormente favoriscono questi tentativi: sfruttando la disperazione degli imprenditori e la necessità di questi di assicurare la sopravvivenza ai propri familiari, camorra, mafia e altre organizzazioni criminali mettono a disposizione i soldi necessari per uscire dalla crisi, salvo poi, chiedere un salato conto a chi è stato costretto ad affidarsi a loro». – continua sotto – 

Per cercare di monitorare la situazione e per evitare che si concretizzino questi tentativi in collaborazione con l’amministrazione comunale è stato avviato ad Aversa, di un laboratorio che possa aiutare le imprese sane a non finire inesorabilmente nella rete della criminalità. «Uno strumento – spiega Pollini – che possa servire a sollecitate la massima collaborazione dei cittadini e delle imprese e a favorire la segnalazione di tutti gli episodi di penetrazione, o di tentativi di penetrazione, della criminalità all’interno delle situazioni di maggiore fragilità ed esposizione alle conseguenze economiche della crisi sanitaria attuale. Siamo certi di poter contare sull’appoggio delle forze dell’ordine territoriali che in più occasioni hanno dimostrato attenzione e sensibilità verso la problematica».

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