Diplomi falsi, 10 arresti: coinvolto ispettore del Miur

di Redazione

Partendo dagli arresti e dal ritrovamento, lo scorso luglio, di un arsenale nella sede dell’Accademia Fidia di Stefanaconi (Vibo Valentia) e di 202mila euro in contanti, l’indagine denominata “Diacono”, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Vibo Valentia ha portato alla luce una presunta compravendita di diplomi e altri titoli scolastici. – continua sotto – 

10 gli arrestati (di cui 8 in carcere e 2 ai domiciliari) accusate in concorso tra di loro e a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio. Tra questi un ispettore del Miur, Maurizio Piscitelli, originario di Casalnuovo (Napoli), nella cui abitazione campana sono stati trovati 160mila euro in contanti. Arrestato anche il figlio Christian, di 24 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, Piscitelli “aveva il compito di controllare l’istituto Fidia per tentare di dimostrare la legittimità dell’Accademia”. Per il procuratore di Vibo “l’indagine ha portato a svelare la presenza di una commistione di interessi attraverso le società in capo agli indagati e alcune direttamente riconducibili all’ispettore attraverso il figlio Christian. In alcune occasioni si è stabilito che la consegna dei soldi all’ispettore avveniva all’interno di confezioni di bottiglie di rhum o in telefonini e questo rappresentava il prezzo della corruzione sui 300-500 diplomi ceduti dall’Accademia Fidia finalizzati ad una loro rivendita”. – continua sotto – 

L’indagine ha anche stabilito che un singolo diploma costava sui 2mila euro, evidenziando la presenza di “legami massonici tra alcuni degli indagati”. Nel corso del blitz all’Accademia Fidia si giunse alla scoperta di un arsenale di armi da guerra nascosto in casa di Davide Pietro Licata, 52 anni, figlio del preside Michele Licata, tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia. Fu trovato un bossolo di pistola davanti al garage dell’edificio, così i carabinieri si recarono nell’abitazione per fare un controllo amministrativo che si trasformò in una perquisizione. Oltre alle armi, furono rinvenuti una cospicua somma di denaro e oggetti appartenenti a una loggia massonica di Vibo. In arresto finirono Pietro Davide Licata e la moglie, di 46 anni. Da quel bossolo trovato per terra si è sviluppata un’attività investigativa che ha consentito alla Procura di Vibo di ricostruire una fitta rete di relazioni illecite che coinvolge una serie di società finite sotto sequestro per un valore stimato intorno ai 7 milioni di euro. – continua sotto – 

Svelato un vasto giro di corruzione che portava, in cambio di denaro e di altre utilità, a falsi diplomi con i quali i beneficiari partecipavano a concorsi pubblici per essere assunti nelle scuole. E’ emerso anche su un ulteriore episodio di corruzione per attribuire un importante incarico istituzionale al Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, come spiegato in conferenza stampa dagli inquirenti: “Nel luglio scorso, a casa di Licata avevamo rinvenuto mantello, guanti, medaglioni e il legame tra questi e alcuni degli arrestati nasce proprio attraverso la massoneria. Inoltre abbiamo documentato, anche se gli accertamenti al momento non sono conclusi, che ci si era prodigati per far trasferire la dirigente del Miur Calabria, Maria Rita Calvosa, a Roma attraverso questa fratellanza e pertanto erano stati avvicinati alcuni funzionari del Ministero dell’istruzione. Figure che non risultano indagate nell’inchiesta in quanto estranee ai fatti”. – continua sotto – 

Oltre al preside Michele Licata, fondatore dell’Accademia Fidia, a Maurizio e Cristian Piscitelli, sono stati arrestati anche i figli Davide, Jgor e Dimitri Licata, la nipote Michela. Ai domiciliari la moglie di Davide Licata, Rossella Marzano. Coinvolti Carmine Caratozzolo, 49 anni, di San Ferdinando, e Domenico Califano, 39 anni, di Reggio Calabria. Complessivamente gli indagati sono 23, tra cui una dirigente scolastica di Catanzaro, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale; e un medico ed ex consigliere e assessore comunale di Vibo. IN ALTO IL VIDEO

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