‘Ndrangheta, 7 arresti per l’omicidio Belsito a Pizzo Calabro

di Redazione

Sette arresti per l’omicidio di Domenico Belsito avvenuto il 18 marzo del 2004 a Pizzo Calabro (Vibo Valentia), in via Nazionale. Insieme al collaboratore di giustizia Andrea Mantella, che ha reso dichiarazioni agli investigatori, le ordinanze di custodia cautelare, eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo, coordinati dal sostituto procuratore Andrea Mancuso, hanno riguardato: i fratelli Nicola Bonavota, 45 anni, e Domenico Bonavota, 41 anni, di Sant’Onofrio; Onofrio Barbieri, 41 anni, di Sant’Onofrio ma residente a Vena Superiore; Francesco Fortuna, 41 anni, di Sant’Onofrio; Salvatore Mantella, 47 anni, di Vibo Valentia (cugino del collaboratore Andrea Mantella); e Pasquale  Bonavota, 47 anni, al momento latitante. – continua sotto – 

La sera di quel 18 marzo di 17 anni fa, a Pizzo, Domenico Belsito, appena sceso dalla sua autovettura nelle vicinanze di un bar, fu raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi da alcuni i sicari a bordo di un’autovettura. Quest’ultima, risultata rubata, venne rinvenuta, in fiamme, a pochi chilometri di distanza, nei dintorni di una masseria. Belsito, dopo alcuni giorni di agonia, morì in ospedale il successivo 1 aprile. L’omicidio fu compiuto perché Belsito, ritenuto intraneo alla locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, e già sposato, avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale con la sorella di un altro affiliato. – continua sotto – 

Il lavoro investigativo, ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia, nonostante il lungo arco di tempo trascorso, ha individuato nei vertici del clan Bonavota di Sant’Onofrio i mandanti dell’omicidio e negli elementi dell’emergente gruppo criminale di Andrea Mantella gli esecutori materiali dell’omicidio, legato, inoltre, a logiche di scambio finalizzate a sancire l’alleanza tra i due gruppi Bonavota e Mantella. La spedizione mortale, infatti, avvenne a pochi giorni di distanza dal raid punitivo eseguito dai killer del clan di Sant’Onofrio presso l’abitazione di Antonio Franzè, 66 anni, di Vibo Valentia, rimasto ferito alla spalla destra da colpi d’arma da fuoco poiché aveva “mancato di rispetto” al cognato Andrea Mantella, sminuendone in città la reputazione. Anche di questo tentato omicidio dovranno rispondere Mantella, Fortuna e Domenico Bonavota. IN ALTO IL VIDEO

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