Covid nel Casertano, il sindaco di Parete: “Qui dati peggiori della Lombardia”

di Redazione

Con un rapporto tra tamponi e positivi che oscilla pericolosamente vicino al 30 per cento «la provincia di Caserta è quella che fa probabilmente registrare il dato peggiore d’Italia, se si pensa che in Lombardia, la regione più colpita, tale percentuale si ferma al 20%. La sanità casertana ha fallito nella gestione di tutte le fasi dell’emergenza: dalla lavorazione dei tamponi al tracciamento dei positivi». – continua sotto –

L’allarme arriva da un sindaco del Casertano, Gino Pellegrino, primo cittadino di Parete, comune del comprensorio Agro Aversano, territorio tra i più colpiti con migliaia di positivi in totale e centinaia di contagiati sparsi in ognuno dei quasi 20 Comuni che lo compongono; a Parete sono 154 i positivi attuali su una popolazione di quasi 12mila abitanti (più dell’1% dei residenti risulta oggi positivo). Pellegrino, con gli altri sindaci dell’Agro, ha attivato un coordinamento che si riunisce costantemente, e lancia accuse e critiche all’Asl. – continua sotto –

Il sindaco di Parete, che già nella prima fase della pandemia si era esposto anticipando gli altri sindaci sul fronte dei tamponi rapidi praticandoli a parte della popolazione, oggi afferma: «Non c’è mai stata un’organizzazione in grado di monitorare l’evoluzione dell’epidemia, isolare i positivi e contenere i contagi. Ne ho avuto prova – spiega Pellegrino – nella gestione quotidiana. Molte volte, allertato dai cittadini ammalati, sono stato io a dover comunicare all’Asl le positività. A loro sfuggiva sempre qualcosa. Non per colpa del funzionario locale, che purtroppo doveva subire a sua volta la disorganizzazione interna. A tutela della salute dei cittadini, ho dovuto fare le mie ordinanze di chiusura di scuole, chiese, attività sempre prima della comunicazioni ufficiali dei positivi da parte dell’Asl. Queste arrivavano in ritardo o non arrivavano proprio. Disastrosa la gestione dei pronto soccorso e degli ospedali: malati lasciati morire senza ambulanze, senza posti letto, senza cure. Comuni e privati si sono dovuti sostituire ad una medicina territoriale praticamente inesistente nell’assistenza sanitaria domiciliare. Si tenterà di nascondersi dietro l’emergenza. Si dirà che i disagi e disservizi sono dovuti all’elevato numero di ammalati covid. Si addurranno mille scuse, ma la verità è che questo sistema maldestro di gestione della sanità territoriale non pone al primo posto la salute dei cittadini. Ci vuole una sanità efficiente, un management competente e selezionato con procedure trasparenti e meritocratiche».

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