Viviana e Gioele, procuratore: “Abbiamo già una pista chiara”

di Redazione

Tra gli indumenti trovati mercoledì vicino ai resti compatibili con quelli di un bambino di circa 4 anni, l’età di Gioele, ci sono anche un paio di scarpette blu. In giornata, insieme agli altri vestiti trovati tra i rovi della campagna di Caronia, saranno mostrate per il riconoscimento al padre del bambino, Daniele Mondello. Sull’uomo sarà inoltre eseguito un prelievo per permettere un esame comparativo tra il suo Dna e quello dei resti del bimbo. I resti compatibili erano stati trovati martedì da uno dei volontari impegnati nelle ricerche del piccolo e della madre: erano a circa 200 metri dal tratto di autostrada dove Viviana Parisi e il figlio erano stati visti vivi per l’ultima volta. Una circostanza, questa, che ha portato il padre del piccolo a sollevare “dubbi sui metodi delle ricerche”, perché per il ritrovamento sono bastate “cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti”.

Pm: “Valutare il percorso di donna e bambino” – “Il primo passo da fare è valutare i luoghi dove sono stati ritrovati i vari resti che purtroppo erano sparsi”, ha affermato il procuratore di Patti Angelo Cavallo. “Si devono valutare – ha sottolineato il magistrato – i possibili tragitti della signora, del bambino, dei terzi, di animali. Oggi c’è questo lavoro iniziale le da fare. La zona dove abbiamo rinvenuti i resti percorrendo 50-60 metri di boscaglia si arriva ad un sentiero che potrebbe essere collegato al traliccio, ma è un’area vegetazione fitta. Trai due luoghi in linea d’aria c’è una distanza di circa 300 metri”.

“I periti ci hanno fornito una pista chiara”  “Noi non aspettiamo i 90 giorni per avere i risultati scritti della consulenza dei nostri periti”, ha proseguito il pm. “Loro ci dicono immediatamente quello che, secondo loro, è successo. Già ce lo hanno detto. E posso dire che loro delle certezze le hanno a loro modo comunicate, riservandosi all’esito di accertamenti, in particolare di quelli istologici. Ma una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c’è stata data”.

Papà di Gioele: “Dubbi sui metodi adottati per le ricerche” – “Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche”. Lo afferma Daniele Mondello, il papà di Gioele, dopo il ritrovamento dei resti del piccolo nella folta vegetazione del parco dei Nebrodi, a Caronia (Messina). “La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”. “Nonostante il dramma che mi ha travolto – aggiunge in un messaggio affidato a Facebook -, trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato. Dedico un ringraziamento particolare al signore che ha trovato mio figlio. Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato. Viviana e Gioele vi ringraziano e io vi mando un abbraccio enorme, siete stati grandi!!!”.

Le tappe della vicenda – La mattina del 3 agosto Viviana Parisi, 43enne deejay, esce dalla sua casa di Venetico (Messina). Con lei, c’è il figlio Gioele, 4 anni. In tarda mattinata i due restano coinvolti in un incidente d’auto sulla Palermo-Messina all’altezza di Caronia, sempre nel Messinee, circa 100 chilometri da casa. Da quel momento, il giallo intorno ai due si riempie di interrogativi. La polizia indaga senza escludere nessuna pista. Il corpo della donna verrà rinvenuto sotto un traliccio dell’alta tensione. Del piccolo Gioele nessuna traccia, fino a quando un volontario, arrivato dopo l’appello lanciato dal padre Daniele, lancia un allarme: sono stati ritrovati dei resti ossei. Secondo gli inquirenti, “le tracce trovate sono compatibili con il bambino”.

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