Venezia 77, Leone d’Oro alla britannica Tilda Swinton

di Gaetano Bencivenga

In attesa della conferenza stampa del prossimo 28 luglio nella quale il direttore Alberto Barbera illustrerà tutti i dettagli della 77esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, la prima grande kermesse cinematografica del dopo Covid, si conoscono già i nomi delle destinatarie del Leone d’Oro alla carriera 2020. Si tratta dell’attrice inglese Tilda Swinton e della regista di Hong Kong Ann Hui. Entrambe già ospiti della rassegna lagunare in concorso, hanno accolto con felicità e orgoglio l’annuncio di Barbera al quale si deve la proposta accettata, poi, dal CdA della Biennale. Un riconoscimento che premia due curricula prestigiosi e due personalità, senza dubbio, eclettiche del panorama della Settima Arte planetaria. Sicuramente più nota al grande pubblico la Swinton, che, oltre ad aver vinto un Oscar per l’attrice non protagonista nel 2008, aveva già trionfato nel 1991 al festival veneziano con una meritatissima Coppa Volpi alla migliore interpretazione femminile.

Diventata famosa nel 1992 grazie alla pellicola “Orlando” (1992) di Sally Potter, presentata proprio in competizione alla Mostra, si è contraddistinta per le collaborazioni durature con i cineasti Derek Jarman, Wes Anderson, e, soprattutto, Luca Guadagnino, raggiungendo l’apice della sua pienezza espressiva, appunto, nel remake di “Suspiria” (2018), diretto da quest’ultimo, in cui rivestiva, contemporaneamente, tre ruoli, compreso quello di un vecchio psichiatra. Insomma un’autentica star indipendente, contemporanea, coraggiosa, nei confronti della quale Barbera ha speso parole di elogio, definendola “una delle interpreti più originali e intense affermatesi sul finire del secolo scorso” e motivando, in tal modo, la sua ineccepibile decisione. Meno conosciuta ma ugualmente talentuosa, la regista Ann Hui, vissuta e formatasi tra Londra e l’ex protettorato britannico, che nel 2011 aveva concorso, ottenendo grande successo di critica e pubblico, a Venezia con la sua opera “A Simple Life”.

La scelta di Barbera è, quindi, caduta su un’artista della macchina da presa fra le “più apprezzate, prolifiche e versatili del continente asiatico, la cui carriera copre quattro decenni e attraversa tutti i generi cinematografici”. Una carriera, che si è mossa, costantemente, tra cinema e televisione, nella quale spicca un’imperdibile trilogia sulla guerra del Vietnam, punto di riferimento inequivocabile per comprendere le motivazioni e le conseguenze di un conflitto passato ma, ancora oggi, inspiegabile nell’immaginario collettivo. La Mostra di Venezia, al momento confermata dagli organizzatori, si svolgerà dal 2 al 12 settembre prossimi.

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