Aversa, biodigestore in città per frazione umida? Sindaco pensa a referendum, ma non mancano critiche

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Realizzare ad Aversa il quarto biodigestore della provincia di Caserta. L’idea è venuta al primo cittadino normanno Alfonso Golia che vede la cosa come una soluzione, sia pure parziale, del problema rifiuti. Golia, però, non intende imporre la decisione agli aversani, non vuole calarla dall’alto. Da qui l’ipotesi di un referendum cittadino che dia la possibilità ai residenti di decidere se realizzarlo o meno. “Ho pensato – ha dichiarato Golia – che la localizzazione in città del quarto biodigestore della provincia, dopo Caserta, Cancello Arnone e Casal di Principe, possa essere un beneficio per gli aversani. Ovviamente, si tratta di una scelta che dovrà essere condivisa. In questo senso la scelta di far pronunciare tutti gli aversani attraverso un referendum cittadino”.   Il sindaco spiega che dovrebbe trattarsi di un impianto anaerobico, ossia che non rilascia cattivi odori né altro.  Inoltre, anche lo spazio necessario sarebbe limitato, intorno ai ventimila metri quadrati. Un’area abbastanza contenuta e facilmente reperibile, ma che dovrebbe essere, comunque, in zona industriale.

Gianluca Golia (Lega) – Possibilista il consigliere di opposizione Gianluca Golia: “Il biodigestore potrebbe essere una opzione da valutare per facilitare lo smaltimento rifiuti. È un’operazione, però, che va studiata a tavolino, nel senso che bisogna calcolare il rapporto costi/benefici in senso ampio. Se questa attività tenderà a facilitare lo smaltimento e ad evitare emergenze ambientali, va presa in considerazione. Non si deve dimenticare, poi, l’aspetto economico. Un biodigestore perfettamente a norma riduce anche i costi dello smaltimento con risparmio anche per i cittadini.  Prima di poter dare l’ok è giusto che se ne discuta non solo in consiglio comunale, ma anche nella città per adottare una decisione consapevole”.

Alfonso Oliva (Fdi) – Critica, invece, la posizione di Alfonso Oliva di Fratelli d’Italia che, in merito, ha dichiarato: “Dirsi aprioristicamente a favore o contro il biodigestore è apodittico. Ogni cosa va contestualizzata soprattutto quelle che possono influire sulla quotidianità dei cittadini aversani. La giunta targata Pd ci dica innanzitutto dove vorrebbe allocarlo tenendo presente la conurbazione della nostra città e poi si ragiona”. Passando ad un giudizio politico, Oliva conclude: “Riguardo all’ipotesi referendum, il sindaco si prenda per una volta una responsabilità per le sue decisioni: riceve mensilmente una indennità per questo”.

Roberto Romano (M5S) – “Una proposta estemporanea e completamente insensata quella del sindaco di Aversa sull’ipotesi di realizzazione di un impianto di biodigestione nella propria città. “Innanzitutto, – afferma il pentastellato – qualcuno dovrebbe spiegare al sindaco Golia che gli impianti anaerobici, diversamente da quanto da lui dichiarato, sono esattamente quelli che liberano cattivi odori che per poter essere abbattuti richiedono particolari sistemi di gestione delle emissioni odorigene. C’è poi il problema del digestato prodotto da questi impianti che ad oggi non ha nessuna possibilità di reimpiego se la raccolta differenziata non restituisce un organico di alta qualità e se non c’è una trasformazione dello stesso digestato in ammendante”. “Inoltre, da tener presente – continua Romano – che l’impianto proposto esula dai fabbisogni regionali che hanno determinato le ipotesi di Caserta, Cancello Arnone e Casal di Principe cui fa riferimento il sindaco e come tale risulterebbe addirittura antieconomico e non genererebbe quindi nessun risparmio per la cittadinanza. Per non parlare della localizzazione dell’impianto che ai sensi dell’attuale legge regionale sui rifiuti andrebbe allocato in area industriale mentre da prime indiscrezioni sembra che l’idea sarebbe quella di realizzarlo nell’area che oggi ospita l’isola ecologica in località Cappuccini”. “E, infine, – conclude il pentastellato aversano – ci chiediamo e chiediamo al sindaco a questo punto come si pone questa sua idea rispetto al cosiddetto piano d’ambito di cui ad oggi l’Ato Caserta è ancora sprovvisto e che dovrebbe essere lo strumento reale su cui programmare l’impiantistica e i piani tariffari. Pertanto, respingiamo nettamente questa proposta del tutto sconclusionata del Sindaco Golia e ribadiamo che sul piano impiantistico occorre ragionare sulla soluzione aerobica, che è la più vantaggiosa sia sul piano ambientale che su quello economico. E pertanto, se veramente si intende realizzare una gestione virtuosa dei rifiuti soprattutto nella frazione organica, si cominci lavorare per installare le compostiere di comunità e di quartiere attraverso le quali possiamo ottenere direttamente compost di qualità evitando di dover mandare il rifiuto agli impianti di gradi dimensioni e in questo modo realizzare veramente un abbattimento dei costi in bolletta”.

Gli ambientalisti Wwf – Perplessi Alessandro Gatto, rappresentante del Wwf, ambientalista storico, coordinatore regionale della vigilanza Wwf), e Lello Lauria, presidente provinciale del Wwf Caserta: “Si tratta di impianti che noi sponsorizzano, tra virgolette, poiché mirano a chiudere il cerchio virtuoso con il rilascio di materiale da riciclare. Non si può, però, parlare di biodigestore in senso generico.  Inoltre, un impianto di tal fatta, anche per una questione logistica, deve essere collocata in zona industriale.  Bisogna, poi, approfondire la tecnologia che sarà utilizzata per la realizzazione e quale territorio dovrà servire”. Passando a questioni più squisitamente tecniche, i due ambientalisti sottolineano la natura che dovrebbe avere questa nuova struttura: “Compostaggio aerobico e biodigestore anaerobico. Una forma mista da preferire tenuto conto del progetto che si vuole realizzare.  Importante, ad esempio, il grado di purezza della frazione umida che si raccoglie. Si tratta di processi di lavorazione strettamente tecnici che, comunque, vanno approfonditi per capire cosa vogliamo realizzare”.

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