Silvia Romano, frase choc assessore Sorrento: “Non voleva tornare, dove li trova altri uomini”

di Redazione

Continuano sui social gli insulti nei confronti di Silvia Romano, l’italiana sequestrata in Kenya il 20 novembre del 2018 e rientrata in Italia dopo il pagamento di un riscatto da parte del governo italiano. Un assessore comunale di Sorrento (Napoli), Emilio Moretti, commentando un post pubblicato dalla segretaria cittadina della Lega, Clara Rolla, che criticava l’operato dell’esecutivo Conte, ha scritto: “Ma con tutto il rispetto la avete guardata bene? Lei in realtà non voleva tornare… dove li trova altri uomini”.

La frase ha fatto il giro del web, scatenando polemiche. Il centrosinistra ha chiesto le dimissioni di Moretti mentre a livello nazionale l’assessore sorrentino è diventato un caso alla pari del parlamentare leghista Pagano che ha definito la Romano una “neo-terrorista”. Sul suo profilo social, Moretti ha cercato di minimizzare: «Per una risposta scherzosa ad un post su Silvia Romano ho scatenato un putiferio a livello nazionale. Pensate che ho anche pianto quando è arrivata. Purtroppo la lotta politica ha toccato il fondo e il web oggi è il rifugio degli sciacalli!!! Non meritavo tanta pubblicità anche positiva o negativa che sia. Pensiamo tutti alle cose serie e drammatiche di questo periodo. Mi scuso con Silvia e con tutti quelli che si sono risentiti… la vita reale è un’altra cosa”. Da parte sua, il sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, che dallo scorso settembre è passato alla Lega, cerca anch’egli di minimizzare: “L’assessore – dice a Repubblica il primo cittadino – ha solo espresso un suo pensiero personale. Silvia Romano – aggiunge Cuomo – sapeva quali potevano essere i rischi di una missione umanitaria di quel tipo”. Insomma, non propriamente una presa di distanze”.

Condanna, invece, dall’assessore regionale alle Pari Opportunità, Chiara Marciani: “Quello dell’assessore di Sorrento non è purtroppo neanche tra i commenti peggiori che ho letto in queste ore su Silvia Romano. E va condannato non solo per la frase, brutta e inaccettabile in sé, ma anche perché in questo momento seminare odio è la cosa peggiore che si possa fare. Parole sessiste, sgradevoli verso il genere femminili, tanto più gravi se pronunciare o scritte da chi ricopre una carica politica e avrebbe dunque il preciso compito di non aizzare le folle alimentando l’odio, pur nella piena libertà – sia chiaro – di esprimere la propria opinione. Quanto al sessismo e agli stereotipi di genere – conclude Marciani – la strada da fare è molto lunga e ho la sensazione che la quarantena abbia tirato fuori il peggio di noi”.

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