Coronavirus, la crisi del settore del wedding. Damiano: “Noi abbandonati dallo Stato”

di Redazione

Il wedding è paralizzato, immobile, chiuso. La stagione dei matrimoni, che proprio in questi mesi avrebbe visto il suo momento migliore, vede scorrere via il lavoro e i guadagni di un anno intero. Una situazione che ogni giorno dall’inizio della pandemia Marcello Damiano, ceo e founder di Mia Sposa, una delle fiere tra le più grandi del Sud Italia, tocca con mano facendo i conti con aiuti inesistenti da parte del Governo, mettendo così all’angolo un comparto fondamentale per l’economia del Paese, perché la filiera dei matrimoni è capace di coinvolgere nella sua organizzazione diverse realtà che in questo momento vivono uno scenario apocalittico mai vissuto prima.

“Mi auguro che il wedding e il mondo delle fiere – afferma Damiano – possano vivere, prima o poi, dell’interesse e degli aiuti dello Stato. Il nostro settore affronta con estrema difficoltà il particolare momento storico, costringendo molte attività ad abbassare definitivamente la serranda. Chiedo al Governo di pensare a come riavviare il nostro settore considerando che i primi utili per le aziende del wedding potranno vedersi solo tre, quattro mesi dopo il ritorno alla normalità. Ma nel frattempo, come gli operatori del settore porteranno avanti la loro vita e le loro attività? C’è bisogno di concretezza ed immediato intervento da parte dello Stato italiano che al momento ci ha completamente abbandonato”.

Un business, quello dei matrimoni, che, in Italia, muove un giro d’affari che si attesta sui 15 miliardi di euro con il coinvolgimento di 83mila aziende e 1 milioni di lavoratori. Una paura forzata che ha costretto a casa non solo liberi professionisti e artigiani ma operatori che fondano il proprio reddito annuale sul wedding come stilisti di collezioni di abiti da sposa, truccatori, parrucchieri, ristoratori, fotografi, fioristi e organizzatori di eventi. Damiano ha sfogato più volte la sua rabbia utilizzando anche i social network ove con altri professionisti del wedding ha paventato anche una possibilità di ripresa e recupero della prossima stagione.

“Adesso, abbandonati dallo Stato, – continua – non possiamo che aiutarci da soli, riprenderci con le nostre forze, come sempre noi italiani, e campani nello specifico, abbiamo imparato a fare. Potremo avere la meglio sulla pandemia pazientando ancora un po’ e riprogrammando gli eventi dell’estate nei mesi di settembre, ottobre, novembre. Agli sposi quindi consiglio di non annullare le nozze trascinandole magari al prossimo anno, ma celebrarle nei prossimi mesi sacrificando magari il desiderio di un ricevimento in piena estate o anche la scelta di una particolare location. Fornitori e professionisti del settore, dal loro canto, potrebbero andare incontro alle esigenze degli sposi – vista anche la crisi profonda di questi mesi – applicando una scontistica dei propri servizi per chi mantiene la celebrazione delle nozze entro l’anno”. Rinviare sembra la parola d’ordine per l’industria del wedding, sperando che a settembre possa ritornare tutto alla normalità o quasi.

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