Coronavirus, la App Immuni tra libertà, rischio privacy e la “alleanza” tra Conte e…Berlusconi

di Antonio Taglialatela

Si chiama “Immuni” l’applicazione gratuita per smartphone scelta dal Governo Conte per controllare dal punto di vista sanitario gli italiani, facilitando così la famosa “Fase 2”. La App sarà scaricata dai telefonini degli italiani per tracciare, tramite Gps, tutti gli spostamenti e i contatti con altre persone avuti da persone risultate positive al coronavirus Covid-19. L’applicazione si collegherebbe continuamente, via Bluetooth, con i telefonini di tutte le persone che si incontrano nei vari momenti della giornata lavorativa e familiare, come su un mezzo di trasporto collettivo.

Per essere più chiari: attraverso il Bluetooth è possibile rilevare la vicinanza tra due smartphone entro un metro e ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati. Una volta scaricata, la App conserva sul dispositivo di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stata vicino. Più la si usa, più il governo potrebbe restituire la libertà che fin qui ha tolto e riaprire parti consistenti del sistema produttivo.

Ovviamente non c’è l’obbligo di scaricarla (lo vietano la Costituzione, le leggi sulla privacy e la stessa Unione europea che ha già avvisato tutti i suoi Stati membri) ma, come sostiene Bechis su Il Tempo, è evidente che se tutti la rifiutassero e se comunque non accettasse di scaricarla la maggioranza assoluta dei cittadini, la sua utilità sarebbe scarsa se non proprio nulla. Vista la percentuale di chi ha obbedito fino ad oggi anche a regole molto pesanti che hanno limitato la libertà di tutti, è facile immaginare che la maggiore parte degli italiani la scaricherà volontariamente pur di riacquistare la libertà perduta.

C’è, poi, una curiosità. La App è stata messa a punto da una società fra le più giovani del settore, l’italiana “Bending spoons spa”, primo sviluppatore di App in Europa in ambiente Ios, che ha già al suo attivo applicazioni scaricate da 200 milioni di utenti. Nel capitale di questa società, dal luglio 2019 (quindi in tempi non sospetti), con una quota di minoranza, c’è la “H14”, presieduta da Luigi Berlusconi, con amministratore delegato Barbara Berlusconi e socia Eleonora Berlusconi, tutti figli di Silvio Berlusconi. La stessa H14 controlla il 21% circa del capitale Fininvest in mano ai tre figli nati dal matrimonio del leader di Forza Italia con Veronica Lario. Tra i consulenti della “Bending”, inoltre, troviamo John Elkann, presidente di Fca.

Ora, fermo restando che la App “Immuni” non costerà un centesimo al governo italiano (si tratta di contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons), è chiaro, tuttavia, che gli utenti dovranno fornire i propri dati (anagrafici, telefonici, spostamenti, etc.) al governo e alla società titolare. Non solo dati generici. La seconda funzione di “Immuni”, infatti, sarebbe anche quella di creare una “scheda clinica”, redigendo un questionario nel quale, oltre all’età, sesso, presenza di malattie pregresse e assunzione di farmaci, bisogna inserire ogni giorno eventuali sintomi o novità sullo stato di salute. Insomma, non mancheranno sicuramente le polemiche: da un lato chi è disposto ad ottenere la libertà a tutti i costi, dall’altro chi griderà alla violazione della privacy.

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