Coronavirus, Conte alle opposizioni: “Non sono escluse misure più restrittive”

di Redazione

“Durante il confronto che si è da poco concluso a Palazzo Chigi tra il presidente Conte, i ministri Gualtieri, d’Incà e il sottosegretario Fraccaro da un lato e i leader delle forze di opposizione Salvini, Meloni, Tajani, accompagnati dai rispettivi capigruppo, in ordine alla richiesta di introdurre misure di contrasto del contagio ancora più severe, che contemplino una serrata generale, il presidente Conte non ha escluso affatto la possibilità di adottare misure più restrittive, ove necessarie”. Lo comunica Palazzo Chigi in una nota ufficiale, rispondendo alle richieste dei leader dell’opposizione, che hanno proposto provvedimenti più drastici per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Il governo ha dunque smentito la versione di Salvini, che su Facebook aveva così sintetizzato il vertice: “Amici, esco preoccupato dall’incontro col governo. Abbiamo portato al tavolo le richieste di famiglie, lavoratori e imprese, che chiedono misure forti, drastiche, subito: chiudere tutto adesso per ripartire sani. La risposta è stata ‘no'”. Ma il presidente Conte, informa il governo, ha testualmente detto: “Vi assicuro che il governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto, come sin qui ha sempre fatto, ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio e ad aggiornare queste misure costantemente. Continueremo a raccogliere le istanze degli amministratori territoriali, come facciamo con videoconferenza quotidiana, e continueremo a porre a base delle nostre autonome decisioni politiche le valutazioni del comitato tecnico-scientifico. Faremo in modo che le misure tengano sempre conto di tutti i fondamentali interessi in gioco e siano sempre efficaci e adeguate rispetto all’obiettivo prioritario di contenere il contagio e di tutelare la salute dei cittadini”.

Tra i temi discussi durante il vertice anche il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità: “Nessuno in Europa speri di sfruttare il dramma coronavirus per far passare di soppiatto la pillola avvelenata del Mes – scrive su Facebook Giorgia Meloni –  Lo abbiamo detto chiaramente al premier Conte e al ministro Gualtieri che ci hanno dato la loro parola che il trattato che io reputo “salva banche tedesche e ammazza economia italiana” non sarà firmato o accettato dall’Italia alla prossima riunione fissata il 16 marzo. Bene. Per noi la parola è sacra”.

Quanto ai fondi stanziati per l’emergenza, il centrodestra ritiene siano insufficienti. Secondo Meloni servono “risorse molto più ingenti di quelle che il governo ha stanziato finora, noi abbiamo parlato di 30 miliardi ma anche questa cifra è un punto di partenza. I 7,5 miliardi stanziati dal governo sono assolutamente inadeguati per questa emergenza. Noi siamo disponibili a votare il decreto sullo scostamento se qualcuno ci garantisce che è l’inizio di un percorso. Su questo il ministro dell’Economia ha detto che è in fase di riflessione e speriamo che queste riflessioni portino bene”.

Tajani ha invece ha indicato la necessità di  “un commissario che dia una comunicazione univoca al Paese, non che sostituisca il premier e il capo della Protezione civile ma che coordini tutti gli interventi”.  La risposta è stata un’apertura: “Ci auguriamo che sia un personaggio di alto profilo all’altezza della situazione”, conclude il vicepresidente di Forza Italia.

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