Aversa, coronavirus: polemica interna alla maggioranza su kit rapidi immunologici

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Il coronavirus non ferma la polemica politica in seno alla maggioranza di centrosinistra. Anzi, l’alimenta. Nello scenario politico cittadino, infatti, spicca la rinnovata divisione in seno alla coalizione capeggiata dal sindaco Alfonso Golia. Questa volta a dividere è la proposta che sei consiglieri di maggioranza (Imma Dello Iacono, Eugenia D’Angelo, Paolo Santulli, Luisa Motti, Paolo Cesaro e Francesco Forleo) hanno avanzato l’ipotesi di un protocollo d’intesa con l’Asl per effettuare un rapido esame del sangue per escludere la presenza del virus, ma con necessità di conferma con il tampone in caso di positività.

«Caro Sindaco, – scrivono i sei – pur apprezzando l’opera meritoria messa in campo per contrastare l’emergenza Coronavirus, ti chiediamo di ampliare gli sforzi già messi in campo provvedendo alla richiesta e all’acquisto dei kit rapidi immunologici. Aversa non è una piccola comunità, questo è certo. Ogni iniziativa che può essere facilmente attivata in altri comuni, nella nostra città ne diventa complicata la gestione. Ma ciò non significa che si deve perdere di vista l’obiettivo principale che è quello del contenimento del Covid-19. La quarantena non è l’unica soluzione, anzi, non è la soluzione. Bisogna monitorare non solo i pazienti in fase di ospedalizzazione in terapia intensiva, ma, soprattutto, i soggetti asintomatici e i soggetti che presentano i primi lievi sintomi».

«Pertanto, – continua la nota – Ti chiediamo di stipulare una convenzione con l’Asl di Caserta, per dotare il personale sanitario di kit rapidi da effettuare a domicilio, partendo dalle categorie deboli o, al contrario, dai più giovani che risultano per lo più asintomatici e potenti veicoli di trasmissione. Potrebbero essere un aiuto alla diagnosi: non sostituiscono, ovviamente, i test molecolari ma si considerano complementari ad essi. Si tratta di un test immunologico da effettuare su un campione di sangue prelevato con un classico pungidito, in cui si ricercano Immunoglobuline di tipo M, coinvolte nelle risposte immunitarie essendo le prime a comparire in risposta all’esposizione con l’antigene. Il kit è composto da una miscela di reagenti pronta per l’uso, da utilizzare direttamente, non necessita della procedura tradizionale di estrazione degli acidi nucleici e consente un rilevamento rapido, in poco più di un’ora rispetto alle 7 ore richieste attualmente dalle tecnologie tradizionali di estrazione e amplificazione, agevolando decisioni sull’isolamento dei pazienti infetti. L’unico limite che presenta questo test è la non specificità per genoma Sars-Cov-2: ciò facilmente superabile con un successivo tampone rino-faringeo in caso di positività».

La proposta sarebbe stata stroncata sul nascere dallo stesso sindaco, tanto che il capogruppo consiliare del Pd Paolo Santulli ha risposto: «C’è molta amarezza, rispetto alla proposta che abbiamo inviata al Sindaco, per le polemiche che ha prodotto. Infatti ci siamo trovati, inopinatamente, di fronte a strumentalizzazioni inconcepibili, dove ci si è soffermati, esclusivamente, nella parte in cui diciamo che la quarantena non è l’unica soluzione, anzi non è la soluzione. Volendo chiaramente intendere che la quarantena non è la cura, non serve a guarire».

«La nostra, responsabile, richiesta – ha continuato l’ex parlamentare – è collegata alla preoccupazione della diffusione del contagio, in carenza di urgenti accertamenti degli asintomatici, che sono, appunto, i principali responsabili. Se si pensa che a cominciare dai medici, da tutto il personale sanitario, anche ospedaliero, non c’è l’accertamento della positività, non sono sottoposti ai tamponi, ci si renderà ben conto dell’incontrovertibile rischio che ancora corriamo. In questo senso il nostro garbato è sentito invito, rivolto al primo responsabile della salute dei cittadini aversani». «La nostra – conclude Santulli – non è, e non poteva essere una polemica politica. Tale però è stata voluta far diventare dai malevoli e da politicanti beceri che, per partito preso contro di noi, intendono, ridicolizzandola, stroncare la proposta».

Più tecnica che politica la risposta del primo cittadino, quasi da farmacista quale è: «Leggevo proprio oggi che ogni contagiato infetta una persona mentre a inizio epidemia ne infettava una media di 2,5. È chiaro dunque che le misure di distanziamento sociale stanno dando risultati concreti e che non possono essere allentate in queste settimane. Devo dire che già una settimana fa tutti i sindaci dell’Agro aversano hanno chiesto al governatore regionale di fare più tamponi con un documento duro in cui abbiamo evidenziato che da solo il 118 non può reggere il sistema. Però va anche detto che siamo passati dal solo laboratorio del Cotugno a 9 laboratori in tutta la regione passando da varie centinaia di tamponi agli oltre mille. Sui test istantanei attendiamo l’arrivo del milione di unità ordinate da De Luca e che la comunità scientifica chiarisca l’affidabilità dei vari tipi in circolazione. Va anche aggiunto che per migliorare l’assistenza le Asl si sono dotate delle Unità speciali di continuità assistenziale per l’assistenza domiciliare dei pazienti positivi e dei sospetti per iniziare a seguire i pazienti prima e dunque provare a impedire la ospedalizzazione».

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