Lusciano, Reddito di Cittadinanza: i beneficiari dovranno svolgere lavori di pubblica utilità

di Redazione

Lusciano – Al via la seconda fase del Reddito di Cittadinanza, in cui entrano in gioco i Comuni di residenza dei percettori del sussidio, che fino a questo momento non avevano avuto alcun beneficio. Il Comune di Lusciano, capofila dell’Ambito Territoriale C7, ha sottoscritto la convenzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per le modalità di attuazione dei progetti utili alla collettività. D’ora in poi, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità sulla base di quanto stabilito non solo dal decreto 4/2019, ma anche dal decreto attuativo pubblicato l’8 gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale dopo un accordo tra ministero del Lavoro e Comuni.

Insomma, con il decreto del 22 ottobre 2019, il percettore del Reddito di Cittadinanza è obbligato a prendere parte ai progetti di pubblica utilità promossi dal comune di residenza, pena la decadenza del reddito. «I puc – progetti utili per la collettività – afferma soddisfatto il sindaco Nicola Esposito che, con la sua vice Maria Consiglia Conte, nella Giunta di questa mattina ha approvato anche Garanzia Giovani, un altro importante progetto in tema occupazionale – saranno svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. I puc non rappresentano un rapporto di lavoro e pertanto i lavori di pubblica utilità non sono da considerarsi prestazioni di lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato». Ma ecco come funziona e cosa prevede la misura e chi è esonerato. Il decreto prevede che il beneficiario del reddito di cittadinanza firmando il Patto per il lavoro e per l’Inclusione sociale sia obbligato a prestare la propria disponibilità per partecipare ai puc nel proprio comune di residenza.

La mancata accettazione della condizione stabilita dal decreto da parte di uno dei componenti del nucleo familiare determina la decadenza del Reddito di Cittadinanza. La partecipazione ai Puc da parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza deve essere compatibile con altri impegni dello stesso e in particolare: le attività di pubblica utilità non devono superare le 8 ore settimanali e si possono svolgere in un solo giorno o in più giorni della settimana oppure in un solo periodo del mese; il beneficiario ha l’obbligo di completare le ore previste nel mese; la flessibilità determina un recupero successivo delle ore perse. Inoltre il decreto stabilisce anche chi è  escluso dall’obbligo di partecipazione ai lavori di pubblica utilità inseriti nei Puc dei comuni di residenza: i beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno compiuto i 65 anni di età; persone occupate con reddito da lavoro dipendente o autonomo corrispondente a un’imposta lorda superiore alle detrazioni spettanti vale a dire 8.145 euro per lavoro dipendente e 4.800 euro per lavoro autonomo; frequentano un corso di studi; sono in una condizione di disabilità; si prendono cura di un disabile grave o non autosufficiente; si prendono cura di un minore di età inferiore ai tre anni (non compiuti); sono in una condizione di salute che impedisce per il momento lo svolgimento di un’attività lavorativa (ad esempio, chi è in gravidanza); i lavoratori che conservano lo stato di disoccupazione vale a dire coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente o autonomo corrispondente a un’imposta lorda superiore alle detrazioni spettanti vale a dire 8.145 euro per lavoro dipendente e 4.800 euro per lavoro autonomo; sono impegnati attivamente in un corso di formazione per il raggiungimento della qualifica o del diploma professionale.

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