Furti in casa nella zona di Catanzaro, presa banda di napoletani

di Redazione

Catanzaro – I carabinieri della stazione di Borgia, con il supporto dei colleghi della stazione di Qualiano (Napoli), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro soggetti ritenuti responsabili dei reati di furto in abitazione, rapina, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Si tratta di Goran Djordjevic, 22 anni, residente a Napoli, Angelo Husovic, 25 anni, residente a Qualiano, e Pasquale Ferrillo, 37 anni, residente di Qualiano, mentre un quarto complice è tuttora ricercato. Djordjevic è finito in carcere, mentre gli altri indagati agli arresti domiciliari. Gli indagati hanno sostanzialmente operato come una vera e propria banda che, nei primi mesi del 2019, aveva preso di mira la fascia jonica catanzarese, mettendo a segno una serie di furti in abitazione. L’attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro.

Le indagini dei carabinieri di Borgia si erano attivate quando, nei mesi di febbraio e marzo del 2019, il territorio era stato colpito da alcuni furti in abitazione nel corso dei quali erano stati asportati denaro, oggetti di valore ed elettrodomestici. Le immagini estrapolate da alcuni circuiti di videosorveglianza nonché il video fornito da una delle vittime, realizzato da una webcam all’interno della propria abitazione, hanno permesso ai carabinieri di restringere le attività sugli indagati e di individuare, sin sa subito, le autovetture utilizzate, tutte intestate al medesimo soggetto, Pasquale Ferrillo. Quest’ultimo, nel corso delle indagini, è risultato intestatario di ulteriori 900 autovetture.

Durante uno dei furti, l’autovettura con a bordo i ladri, subito dopo avere svaligiato un appartamento, aveva forzato il posto di blocco messo in atto dai carabinieri di Gasperina che erano risusciti a intercettare i fuggitivi; ne era scaturito un lungo inseguimento, da cui gli indagati avevano avuto la meglio grazie alla disponibilità di autovetture veloci di grossa cilindrata. Gli indagati per la commissione dei furti utilizzavano targhe rubate su altri veicoli, solitamente fuori provincia. Secondo l’ipotesi investigativa, gli arrestati, legati alle comunità rom della provincia di Napoli, avevano preso di mira il territorio catanzarese aggredendo gli obiettivi segnalati da basisti locali. IN ALTO IL VIDEO

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