Napoli, frode su vendita batterie per veicoli: 7 arresti e sequestri per 1,5 milioni

di Redazione

Al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura di Napoli, i militari del comando provinciale della Guardia di finanza partenopea hanno sottoposto agli arresti domiciliari 7 indagati ed eseguito sequestri preventivi per equivalente di beni nei confronti di 20 persone fisiche e 17 società – tra disponibilità bancarie, beni mobili ed immobili – per la somma complessiva di 1 milione e 527.308 euro, pari al profitto dei reati commessi.

Gli arrestati si sono resi responsabili di numerosi reati fiscali, quali dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. In particolare, l’operazione è stata portata a termine dai militari del Primo Gruppo Napoli, impegnati nell’esecuzione delle misure cautelari personali nei confronti di 6 uomini e una donna ed in 24 perquisizioni nelle province di Napoli, Caserta, Salerno, Torino e Sassari.

L’operazione delle Fiamme gialle è il frutto di complesse investigazioni iniziate nel 2016, che hanno svelato il modus operandi di una consorteria criminale, con base nella provincia di Napoli. L’architettura fraudolenta ideata dai principali indagati è nota come “frode carosello” e prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti, per un corrispettivo complessivo accertato pari ad oltre 5 milioni di euro, tramite il coinvolgimento di società “cartiere” operanti nei più diversi settori merceologici, legalmente amministrate da soggetti “prestanome”.

Oggetto della “frode carosello” era la compravendita di batterie per veicoli; in particolare, dall’analisi delle movimentazioni bancarie, i finanzieri hanno accertato che una società con sede a Napoli acquistava i beni da un operatore commerciale di Barcellona (Spagna), interponendo nella compravendita un soggetto giuridico “fantasma” con sede in Volla (Napoli), su cui sarebbe gravato l’onere del versamento dell’Iva, che mai veniva pertanto assolta. Tale meccanismo illecito ha permesso la commercializzazione nel territorio nazionale di merci (ricambi per auto) a prezzi concorrenziali. Uno dei titolari della società, che svolgeva la funzione di missing trader, a seguito di ulteriori approfondimenti investigativi, è risultato altresì rappresentante legale di ulteriori 13 società “cartiere”, acquisite nel tempo quando oramai avevano accumulato debiti e prossime a procedure concorsuali. Si trattava di società operanti in diversi settori commerciali (trasporti merci su strada, commercio di legnami, metalli ferrosi e non, società di costruzioni edili, commercio di molluschi), che, a richiesta, hanno emesso, per gli anni di imposta dal 2012 al 2016, fatture false nei confronti di 24 persone fisiche o giuridiche.

Questo sistema fraudolento ha permesso la formazione di cospicui, non veritieri crediti Iva e il contestuale abbattimento della imposizione fiscale realmente dovuta. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi, la misura patrimoniale del sequestro per equivalente, applicata in data odierna, ha consentito di porre un vincolo reale a disponibilità finanziare esistenti su conti correnti, immobili, autovetture e quote societarie, consentendo il recupero di somme indebitamente sottratte al fisco, da parte degli indagati.

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