Aversa, la Senesi su crisi rifiuti: “Ci accusano ma non ci cacciano, perché non costiamo nulla”

di Livia Fattore

«Ci gridano contro, ci minacciano, ma non ci cacciano. E sa perché? Semplicemente perché, di fatto, noi non costiamo nulla». Dalla Senesi, la ditta che sta curando in regime di proroga il servizio di igiene urbana in città, in questi giorni in emergenza rifiuti, giunge la loro verità. «Tra penali, – spiegano dalla ditta marchigiana – ritardo di tre mesi nei pagamenti e altro, di fatto non riceviamo soldi dal comune di Aversa, per questo non veniamo cacciati».

Dalla società che dovrà essere sostituita a breve dalla Tekra, che si è aggiudicata il nuovo appalto per i prossimi cinque anni a circa 35 milioni di euro, si precisa ancora: «Dal 2013 ad oggi ci tagliano 500mila euro l’anno per non aver raggiunto la percentuale fissata di differenziata. Dal 2010 non ci viene corrisposta l’integrazione per i lavoratori. Dal 2014, noi come ditta privata, abbiamo garantito il turn over con i figli di chi andava in pensione o attraverso le liste di collocamento e non utilizzando il personale dei vari consorzi defunti. La tesi non fu accettata dal sindaco di allora, Sagliocco, e da allora 12 lavoratori non vengono computati dal comune sebbene lavorino ad Aversa».

«Dal gennaio 2017 – continuano – siano commissariati e da gennaio siamo in concordato con continuità dell’attività lavorativa. Quest’anno compiamo trenta anni di attività e per la prima volta chiuderemo in perdita. Il concordato non ci permette di effettuare pagamenti se non assentiti dalla magistratura e per questo non abbiamo corrisposto lo stipendio di agosto agli addetti. Quando c’è stato il blocco dei centri di smaltimento dell’umido, l’amministrazione è stata avvisata, Raccoglievamo 450 tonnellate al mese e ne potevamo conferire solo 150. Gli altri 300 ci bloccavano i camion e l’amministrazione non ha fatto nulla, è rimasta in silenzio, Noi con i camion pieni eravamo bloccati. Questa situazione si ribalta sul più debole che, in questo caso, siamo noi».

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