Aversa, il direttore dell’Asl: “La Maddalena diventerà una Cittadella della Salute”

di Livia Fattore

Il futuro della Maddalena? Una Cittadella della Salute. Mentre gli amministratori cittadini dissertavano sul futuro di quello che fu la Reale Casa de’ Matti nel Regno di Napoli, voluta da Gioacchino Murat, c’era chi aveva già deciso e da tempo, senza dare notizia alcuna al Comune di Aversa anche se il direttore generale dell’Asl di Caserta, Mario De Biasio (l’Ente è proprietario del bene), nel commentare l’approvazione del progetto di fattibilità per il recupero di alcuni padiglioni del complesso abbandonato da oltre trenta anni, ha dichiarato: «È un recupero per la città».

Il recupero e la nuova destinazione della struttura, che si estende per 170mila metri quadrati e che diventerà la Cittadella della Salute, è uno dei punti del piano della Regione approvato a gennaio (ovviamente senza il coinvolgimento del Comune normanno) e che ora, almeno per quanto riguarda la Maddalena, dovrebbe vedere l’avvio. «Inizierà il primo stralcio dei lavori e riguarderanno quei padiglioni che verranno destinati alla riabilitazione da tossicodipendenza, sia psichica che fisica. Inoltre, – spiega il direttore De Biasio – ci sarà una parte dedicata alla re-immissione in società attraverso il lavoro: quindi, verranno promosse alcune attività laboratoriali come la cucina e l’informatica».

Il costo complessivo della ristrutturazione ammonta a circa 147 milioni di euro ed interesserà una parte della struttura ex psichiatrica. Fatto sta che il complesso, che nel 1420 portava il nome di Pazzerìa mutuato nel 1813 in Real Casa de Matti, è composto da sei padiglioni e molte aree verdi che secondo l’antica funzione della struttura, ovvero quella di detenere i pazienti di salute mentale, avevano delle destinazioni d’uso, come la falegnameria, la lavanderia e lo spogliatoio. «A dire il vero il recupero dell’intero complesso – è ancora il direttore generale dell’Asl casertana a parlare – non ha soltanto valenza sanitaria. Molto dipende dal Ministero dei Beni Culturali, essendo un sito coperto da vincolo storico».

Ecco perché De Biasio tiene a precisare, «non è soltanto un recupero utile alla sanità pubblica, ma è anche un recupero per la città di Aversa, sebbene il perimetro tocchi anche i comuni di Lusciano e Trentola». Oltre all’avvio del primo stralcio di lavori per i padiglioni dedicati alla cura e alla riabilitazione dei tossicodipendenti, il dirigente casertano evidenzia che sono in via di ultimazione «i lavori del chiostro interno che diverrà un centro convegni e un punto dove poter esporre i manufatti dei pazienti della Salute mentale». Questa stessa area, stando alla planimetria che è parte integrante della delibera di approvazione del progetto di recupero, sarà adibita a Museo-Laboratori-Formazione. Quattro saranno le aree dedicate alle dipendenze, cinque quelle dedicate alla riabilitazione, due dedicate alla sanità territoriale denominate Casa della Salute, un’area sarà socio educativa con la previsione di un Nido aziendale e un parco delle Biodiversità Deposito Orto urbano. Tutto questo era beatamente ignorato dai nostri amministratori.

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