Caso Siri, Di Maio: “M5S non arretra sulla questione morale”. E avverte Salvini su Province

di Redazione

“Sulla questione morale il Movimento non arretra: comunque si chiami il sottosegretario da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato. Questo deve essere chiaro”. Lo ha ribadito Luigi Di Maio parlando della richiesta di dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri. “Le regole si rispettano. Questo deve essere ben chiaro e lo diremo sempre”, ha aggiunto Di Maio.

Le province sono “uno spreco, è inutile che ci ammaliamo di amarcord pensando di farle ritornare. Noi neanche ci candidiamo. Chi le vuole ricostituire si trovi un altro alleato. Con M5s le Province si aboliscono, non si ricostituiscono”, ha sottolineato Di Maio presentando il programma per le elezioni europee.

“Queste elezioni non sono solo europee ma anche italiane. Dobbiamo evitare che tornino quelli che c’erano prima. Ci abbiamo messo anni per cacciarli. Il Pd, Berlusconi e la Meloni non vedono l’ora di riprendersi la cosa pubblica e – ha spiegato il vicepremier – distruggere tutto quello che abbiamo fatto”.

Di Maio ha attaccato, poi, di nuovo “Strasburgo”. “La sede del Parlamento a Strasburgo va chiusa: è solo un business che costa decine e decine di migliaia di euro quando gli sprechi della politica, in Europa, vanno ad intaccare la credibilità delle istituzioni europee”. E ha aggiunto: “Il tema vero sarà quanta gente andrà a votare e questo dipenderà dalla percezione di quanto sia stato utile il Parlamento europeo che in questi anni è sempre stato il parcheggio per i trombati della politica”.

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