Capodrise, investono giovane per vendetta dopo una lite: arrestati padre e figlio

di Redazione

All’esito di un’indagine diretta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, i carabinieri della stazione di Marcianise hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di R.G., 45 anni, e R.G., di 20, ritenuti responsabili di concorso in tentato omicidio.

L’attività investigativa trae origine da un incidente stradale, apparentemente accidentale, avvenuto a Capodrise, in via Retella, che ha visto coinvolto un giovane, B.F.J., a bordo di un motociclo. Sin dagli accertamenti effettuati nell’immediatezza e dalle prime risultanze investigative emergevano alcune anomalie nella dinamica del sinistro, in conseguenza del quale il giovane conducente riportava lesioni molto gravi, tanto da versare per qualche giorno in stato di coma farmacologico.

Risvegliatosi dal coma, il ragazzo riferiva ai familiari e poi ai carabinieri che la dinamica dell’incidente stradale era tutt’altro che accidentale, essendo riconducibile ad un’azione dolosa degli indagati, con i quali poco prima aveva avuto una lite a Caserta, in seguito alla quale i due, a bordo di un’autovettura, speronavano il motociclo in sella al quale viaggiava la vittima. In particolare, quest’ultimo riferiva che, nella serata tra il 20 ed il 21 ottobre scorsi, si trovava insieme ad alcuni suoi amici per trascorrere la serata in piazza Dante, Caserta, luogo solitamente molto affollato e ritrovo dei giovani casertani. Mentre stava consumando una bevanda in un bar, la sua attenzione veniva attirata da una rissa innescatasi poco distante da lui, durante la quale uno dei suoi amici era stato ferito con un pugno al volto da uno degli indagati. Il giovane prendendo le sue difese si scagliava contro l’aggressore del suo amico e colpendolo al capo con una bottiglia. Accortosi di essere in minoranza, in quanto sul posto era presente anche l’altro indagato, padre del primo, che aveva assunto fin da subito un atteggiamento minaccioso e vendicativo nei confronti del ragazzo, si dava alla ruga a bordo del suo motociclo per timore di azioni ritorsive.

La versione dei fatti riferita dal ragazzo, appena si era svegliato dal coma, è stata riscontrata dalle ulteriori risultanze investigative emerse grazie a diverse attività di indagine, consistite nell’escussione di numerose persone informate sui fatti, nell’acquisizione delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza installati nei pressi dei luoghi in cui si sono verificati i fatti per cui si procede, nonché nelle attività di intercettazione ambientale. Emergenza che i due indagati avevano inseguito a forte velocità il motociclista, intimandogli più volte di fermarsi per “fare i conti”, per poi speronarlo e facendolo così rovinare a terra, dove lo lasciavano riverso in gravi condizioni, senza prestargli soccorso.

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