Carceri in Campania: il Garante Ciambriello annuncia nuove figure professionali

di Redazione

“Tra i risultati ottenuti durante questa annualità, che vale la pena menzionare, vi è sicuramente la capacità che abbiamo avuto, anche grazie al lavoro sinergico e di raccordo svolto con l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Lucia Fortini, di reperire fondi, 100mila euro per l’annualità che sta per trascorrere e 100mila già stanziati per il prossimo anno, che ci hanno consentito di avviare diverse progettualità all’interno delle carceri campane aumentando, al contempo, il numero di figure professionali e sociali specifiche che operano all’interno degli istituti penitenziari”. Lo ha dichiarato dal Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, durante la conferenza stampa di presentazione delle attività messe in campo durante l’anno in corso.

“In Campania vi sono circa 8mila detenuti, per 95 educatori e 43 psicologi. L’obiettivo sarà quello di aumentare gradualmente il numero di figure sociali a supporto di chi sconta la pena. Già durante quest’anno il numero di psicologi, assistenti sociali, educatori sociali, avvocati che con continuità si sono recati nelle carceri, per mettere in campo nostre progettualità, sono aumentati. Il prossimo obiettivo che ci poniamo è quello di avviare corsi di formazione professionale da destinare ai detenuti”, ha continuato il Garante.

Poi un po’ di percentuali: “I detenuti che, finita di scontare la pena, non ritornano in carcere rappresentano il 20% circa del totale e sono quasi sempre coloro che sul proprio percorso hanno incrociato una associazione, una cooperativa, un volontario e delle progettualità che l’abbiano messi nelle condizioni di redimersi e capire che non vale la pena delinquere. C’è un lavoro di organizzazione della vita del detenuto che va fatto all’esterno e che è fondamentale”. “Sul totale di 60mila detenuti italiani poi – ha continuato il professor Ciambriello – il 40% è tossicodipendente o immigrato e un altro 40% è addirittura in custodia cautelare, molti dei quali non arriveranno nemmeno a giudizio. Cinquemila, poi, sono dentro a scontare un solo anno di pena. E’ assurdo non consentire a questi ultimi di scontare pene alternative”.

Dei progetti messi in campo risultano significativi quelli della: Casa Circondariale di Poggioreale: “ascoltare e condividere attraverso l’arte creativa”, rivolto ai detenuti del padiglione Roma “sex offendere; Casa Circondariale di Benevento: progetto “Prison – visiting, genitori dentro”, rivolto alle madri che scontano la pena, a sostegno del rapporto genitori – figli; Casa Circondariale di Arienzo: progetto di “scrittura creativa”, volto a far sperimentare ai detenuti una lettura libera attraverso la scrittura creativa; Casa Circondariale Eboli e Salerno: “sportello socio legale ed assistenziale con lo scopo di fornire supporto tecnico, legale e sociale, in stretto raccordo con gli uffici del garante; Casa Circondariale Santa Maria Capua Vetere: progetto “genitori – figli condividere insieme”, a supporto della genitorialità, per provare a far riallacciare un rapporto autentico tra i detenuti ed i propri cari; Istituto per minorenni di Airola: progetto “arte terapia” che mira ad insegnare ai minori ristretti l’arte della ceramica; Istituto per detenute madri di Lauro: progetto “percorsi di sostegno alla maternità”; Casa Circondariale di Salerno, Ariano Irpino, Carinola e Santa Maria Capua Vetere: progetto “attrezzature e spazio giallo minori”, con la finalità di far incontrare ai detenuti i loro figli più piccoli in uno spazio accogliente e ludico.

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