Aversa, la Facoltà di Ingegneria utilizza le grotte di Sant’Arpino a scopo didattico

di Redazione

La facoltà di Ingegneria dell’università «Vanvitelli», con sede ad Aversa, utilizzerà a scopo didattico le grotte urbane di Sant’Arpino fornendo in cambio piani di intervento per il recupero e la tenuta di questi importanti, sia dal punto di vista scientifico che turistico, siti. A darne notizia il primo cittadino del comune atellano Giuseppe Dell’Aversana che ha dichiarato: «Un patto di collaborazione scientifica è stato approvato con delibera di giunta fra il comune di Sant’Arpino ed il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, nella persona del direttore Furio Cascetta».

Il Comune dell’Agro Atellano si impegna a garantire l’accesso alle grotte scavate nel sottosuolo comunale, per attività inerenti alla didattica e alla ricerca ed il dipartimento di Ingegneria si impegna a trasferire al Comune le risultanze di studi effettuati sulle grotte tufacee definite tecnicamente ipogei. La maggior parte delle grotte scavate nel tufo a circa 15 metri di profondità versano oggi in condizioni di instabilità, rappresentando un pericolo anche per gli edifici che li sovrastano e richiedono interventi di bonifica.

«Le grotte, che prima rappresentavano una risorsa per il loro uso all’interno dei palazzi a corte, – evidenzia Dell’Aversana – adesso rappresentano un problema. Con questo patto il Dipartimento di Ingegneria si impegna nella predisposizione di piani di intervento per i quali il Comune provvederà a chiedere finanziamenti alla Regione. Il Dipartimento fornirà il supporto scientifico mettendo a disposizione (a costo zero per le casse comunali, in questo momento storico quasi in rosso stabile) le risorse umane e strumentali».

Responsabile scientifico per l’Università sarà la professoressa Daniela Ruberti, professore associato presso la Facoltà di scienze Ambientali, membro dell’Ias (International Association of sedimentologists), studiosa di fama europea nel settore degli ipogei di natura antropica distribuiti sotto il tessuto urbano. La conoscenza del sottosuolo consentirà di monitorare lo stato delle cavità, di individuare le condizioni di pericolo, di predisporre interventi di mitigazione del rischio, di recupero degli ipogei. Al momento c’è un’apposita legge regionale emanata proprio quest’anno che indica le procedure per il censimento, il monitoraggio e la messa in sicurezza delle cavità sotterranee presenti nelle aree urbanizzate da parte delle amministrazioni comunali.

«In qualità di amministratori comunali – è ancora il primo cittadino a parlare – ci siamo attivati con il Dipartimento di Ingegneria della Vanvitelli che dispone di elevata competenza scientifica per la caratterizzazione degli ipogei in ambito urbano ed ha fra i propri compiti il trasferimento dell’innovazione tecnologica al sistema economico-sociale, attraverso forme di collaborazione con istituzioni pubbliche. Al fine di porre in essere una attività di monitoraggio per prevenire eventuali dissesti delle nostre grotte tufacee in giunta abbiamo approvato in questi giorni, lo schema di accordo di collaborazione scientifica per garantire il reciproco supporto in progetti che si andranno a realizzare, congiuntamente e riconducibili alle misure di cui alla legge regionale apposita».

Una opportunità questa del recupero delle grotte urbane che nell’Agro Aversano ha un precedente illustre con il comune di Cesa che da anni, accoppiandole ai vitigni all’alberata del vino asprinio, ha dato vita ad un binomio che porta nel piccolo comune dell’Agro Aversano, in occasione delle giornate dedicate ai bellissimi e storici apogei urbani del paese, centinaia e centinaia di visitatori richiamati non solo dal buon vino, ma dalla curiosità di vedere dei veri e propri monumenti dell’architettura contadina che, oramai, vanno sempre più scomparendo.

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