Scuole Lodi, i bimbi delle famiglie extracomunitarie tornano in mensa

di Redazione

Tornano in mensa, nelle scuole di Lodi, i bambini extracomunitari che nei giorni scorsi avevano pranzato su un tavolo a parte con cibo portato da casa. Il “Coordinamento Uguali Doveri”, infatti, ha contattato le famiglie – tutte persone che vivono e lavorano regolarmente da anni in Lombardia – che hanno denunciato l’impossibilità o la difficoltà ad accedere alle agevolazioni per pagare meno il buono mensa, spiegando che quando ci sarà da pagare, potranno saldare al costo ridotto, grazie agli oltre 60mila euro avuti in donazione in una raccolta fondi. La questione, non riguarda solo le agevolazioni per l’accesso alla mensa, ma anche al nido e al trasporto con lo scuolabus. Una situazione che, quindi, costringe madri e padri che lavorano a non mandare i figli piccoli al nido perché senza i documenti richiesti.

Intanto, in piazza Broletto, sotto i portici del Comune lombardo, si è tenuto un presidio organizzato dal Coordinamento Uguali Doveri per protestare contro il regolamento sull’accesso alle tariffe agevolate per mense e trasporti al centro delle polemiche perché renderebbe troppo complesso accedervi per gli immigrati. I partecipanti hanno chiesto di bloccare o modificare il regolamento. Abdelrahman El Saidm, che coordina la protesta degli extracomunitari che denunciano come sia impossibile, o comunque molto difficile, produrre certificati sulle loro proprietà nei Paesi di provenienza, ha affermato: “Su circa 300 domande per ora ne sono state accolte solo 5, cosa che si ritiene inaccettabile”.

Inoltre, si attende nella giunta comunale prevista per giovedì sera l’elaborazione di una lista di Paesi esteri che verranno esclusi dalla produzione del certificato richiesto con il nuovo regolamento comunale sulle agevolazioni per i servizi legati alla scuola, come la mensa. Il certificato richiesto nel nuovo regolamento riguarda la dichiarazione richiesta agli extracomunitari che attesti beni immobili e mobili registrati posseduti nei Paesi di provenienza, certificati che spesso sono difficili da ottenere come denunciato dagli stessi stranieri.

Un caso inevitabilmente diventato politico, creando tensioni tutte interne alla maggioranza di governo tra il presidente della Camera, Roberto Fico, che pur in ruolo superpartes è comunque ai vertici del Movimento 5 Stelle, e il ministro leghista Matteo Salvini. Fico aveva parlato apertamente di discriminazioni: “Nel momento in cui si fa una delibera che in modo conscio o in modo inconscio crei delle discriminazioni così importanti si deve solamente chiedere scusa. Dopo le scuse questi bambini potranno rientrare tranquillamente nella mensa scolastica”.

“Roberto Fico faccia il presidente della Camera. – ha sbottato Salvini – Siamo qui per parlare di edilizia e, per rispetto all’Ance, non vado oltre”. “L’ultimo presidente della Camera che ricordo entrare così tanto nel dibattito politico era Fini, spero che Fico abbia più fortuna. Ci auguriamo che invece che lanciarsi in polemiche gratuite contro la Lega si dedichi a tempo pieno all’organizzazione dei lavori di Montecitorio, restando super partes”, ha tuonato contro Fico il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari.

E nel giorno dell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, Fico è tornato a parlare di razzismo: “Tutta l’umanità non deve mai abbassare la guardia di fronte agli spettri della discriminazione e del razzismo e deve coltivare sempre, e a ogni costo, le ragioni della solidarietà, della giustizia e della democrazia”.

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