Sparanise, evasione fiscale: sequestro da 2,8 milioni a società di lavorazione alluminio

di Redazione

La compagnia della Guardia di Finanza di Capua ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere riguardante le disponibilità finanziarie, per l’importo di 2,8 milioni di euro, riconducibili alla “Emmedieffe Srl” con sede a Sparanise, società operante nei settore della lavorazione industriale dell’alluminio per la produzione di pentolame.

L’adozione della misura cautelare, chiesta dalla Procura sammaritana, è giunta a seguito di una verifica fiscale che ha portato alla constatazione di ricavi non dichiarati per oltre 7 milioni di euro, negli anni di imposta 2013, 2014 e 2016, con una conseguente evasione di imposte per circa 3 milioni di euro. Nel corso delle attività ispettive, i finanzieri hanno effettuato numerosi controlli incrociati nei confronti delle società fornitrici e clienti della verificata, nonché mirati accertamenti bancari, volti a riscontrare il reale volume d’affari dell’impresa. Per effetto di tali approfondimenti è stato possibile appurare, tra l’altro, che la società era, di fatto, gestita dal coniuge del legale rappresentante dell’azienda, il quale, pur non comparendo formalmente, teneva contatti diretti con i grossisti della zona. Anche a lui è stata quindi contestata l’accertata, rilevante evasione fiscale. Peraltro, proprio nel vano tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità amministrative e penali, appena iniziata l’ispezione tributaria, i soci ponevano in liquidazione l’azienda, intestandola ad una donna di origine rumena risultata irreperibile.

All’esito degli approfondimenti investigativi è stato quindi possibile accertare un illecito risparmio fiscale di 2 milioni e 800mila euro, derivante dall’omessa presentazione delle dichiarazioni ai fini dell’Iva e delle imposte sul reddito. Pertanto, in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione della “confisca per equivalente”, la Procura ha avanzato richiesta di sequestro, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dall’evasione. Il gip, aderendo alla richiesta, ha quindi emesso il provvedimento di sequestro preventivo delle liquidità riconducibili alla società e, in subordine, dei beni nella disponibilità degli amministratori. Sulla base di tale provvedimento cautelare, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro i rapporti finanziari della società, del suo rappresentante legale e dell’amministratore di fatto, nonché due immobili, un’auto ed una moto, fino al raggiungimento dell’importo delle imposte sottratte alle casse dello Stato.

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