Aversa, Ronza chiede a Emanuele di dimettersi da assessore: “Sfiducia di fatto”

di Nicola Rosselli

Aversa – Il vicesindaco Michele Ronza chiede all’assessore all’Urbanistica Gilda Emanuele di dimettersi entro lunedì. Quando questa gli chiede perché dovrebbe farlo, il numero due della giunta guidata da Enrico De Cristofaro le risponde candidamente: “Dici che lo fai per motivi personali”. Altrettanto candida la risposta di Emanuele: “Non ho alcun problema di natura personale. Sto bene”. Sarebbe stato questo, in estrema sintesi, il dialogo che nella mattinata hanno avuto i due esponenti dell’esecutivo normanno. Un dialogo surreale, considerate le modalità. La notizia è venuta da persone vicine all’architetto Emanuele, per questo l’abbiamo contattata per avere conferma. La professionista aversana, da giorni data in partenza dalla giunta, non ha confermato né smentito. Ma ha solo aggiunto: “Nei prossimi giorni vi saranno novità”.

Alle persone a lei vicine, però, l’assessore di riferimento del consigliere comunale Rosario Capasso avrebbe confidato di essere rimasta esterrefatta per la richiesta avanzata da Ronza. “Non capisco a che titolo lo abbia fatto”, avrebbe detto, continuando: “Io non sono l’ultima arrivata. Due potrebbero essere i motivi per i quali mi vogliono fuori dalla Giunta: il primo relativo alla necessità di avere spazio nell’esecutivo per accontentare i nuovi arrivati, non a caso sabato in Consiglio comunale la maggioranza non c’era e la seduta si è tenuta solo grazie alla responsabilità delle opposizioni. Il secondo motivo potrebbe essere quello che mi vede non strumentale a quelle che sono le intenzioni di alcuni ‘ras’ della maggioranza relativamente al Puc. Il Puc è un atto partecipato e io non intendo assolutamente consentire che possa essere redatto o che sia già stato redatto nelle segrete stanze soddisfacendo i voleri solo dei soliti noti. Il fatto di aver acconsentito da parte del sindaco De Cristofaro a concedere un assessore per uno ai due consiglieri comunali Giovanni Innocenti e Rosario Capasso per assicurarsi il loro appoggio ha dato vita ad un effetto domino che ha portato a far sì che ogni consigliere si sentisse autorizzato a chiedere un suo rappresentante in giunta. Gli assessori sono 7, servono 14 consiglieri per assicurarsi la maggioranza. E se la matematica non è un’opinione si corre il rischio che si vada tutti a casa”.

Il vicesindaco Ronza, da parte sua, non nega di aver chiesto le dimissioni alla collega Emanuele, ma precisa che lo ha fatto a nome del sindaco, che era occupato in una cerimonia religiosa, per evitare che vi fosse il ritiro della delega da parte del primo cittadino dopo la sfiducia di fatto avvenuta in Consiglio comunale nella giornata di sabato. “L’assessore – afferma Ronza – aveva preparato una delibera dove proponeva di voler definire quella zona G con H, cioè socio sanitaria. In Consiglio comunale la sua delibera è stata emendata e tutte le zone della città sono state classificate come zone a verde pubblico. Di conseguenza, vi è stata una sfiducia di fatto dell’architetto Emanuele”.

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