Napoli, la “Linea del Cuore” per celebrare i 40 anni della Legge Basaglia

di Redazione

Mettere al centro la persona, non la sua malattia, così come insegnava Franco Basaglia, lo psichiatra che ispirò la legge 180/78. A 40 anni di distanza, Napoli ha celebrato la riforma che cambiò completamente il concetto “malattia mentale” con un evento culturale e sociale mirato a stimolare riflessioni e nuove vie da percorrere per una reale pratica dell’inclusione sociale delle persone con disagio psichico.

Nel solco delle già tante iniziative promosse dal gruppo di imprese sociali Gesco, dal Premio Fausto Rossano per il pieno diritto alla Salute (Nisida, settembre 2018) all’incontro sulla rappresentazione mediatica della salute mentale (Emeroteca Tucci, 11 maggio 2018), e per riaccendere ancora i riflettori su questi temi, si è collocato l’evento finale del progetto “La Linea del cuore”, giunto alla sua quarta edizione.

Promosso dal Centro Diurno di Riabilitazione “La Fiera dell’Est”, articolazione dell’Unità Operativa di Salute Mentale distretto 26 dell’Asl Napoli 1 Centro, gestita dal gruppo Gesco attraverso la cooperativa sociale Era, e inserito nel Programma del Maggio dei Monumenti cittadino, “La Linea del Cuore” è il consueto (e molto sentito) appuntamento annuale con cui operatori e pazienti salutano le attività invernali per dare il via all’estate e ai progetti all’aria aperta. Ma è soprattutto un momento per fare il punto e fermarsi a riflettere su quanto si fa in città per promuovere la salute mentale e parlare di disagio psicologico e psichico, non un problema di pochi, ma una condizione che può riguardare ognuno di noi.

“Tutto questo avviene nel ricordo di Franco Basaglia – spiega Elena Primicile, coordinatrice del progetto – il cui atto rivoluzionario, oltre alla legge che ispirò e alla chiusura dei manicomi che ne derivò, secondo noi è da ricercare nella restituzione di una dignità della persona sia nelle relazioni che nella società; nel concepire le persone in quanto tali, guardare alla loro interezza e affermare che con i disturbi psichici si può convivere e addirittura vivere”.

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