Migranti dall’Etiopia, la Caritas di Aversa presente a Roma

di Antonio Arduino

Il 27 giugno la Caritas Diocesana di Aversa sarà presente a Roma con la delegazione regionale della Caritas per accogliere i migranti che arriveranno dall’Etiopia. Per l’occasione il responsabile del settore per la Diocesi di Aversa, don Carmine Schiavone, invita i media a diffondere il pensiero espresso sul tema dal vescovo delegato Antonio De Luca e da monsignor Antonio Di Donna. Eccolo: “Guardiamo con trepidazione e preoccupazione a ciò che sta accadendo a livello nazionale ed europeo, con al centro il tema “immigrazione”. Lo scontro politico è così acceso e duro da non far sperare il raggiungimento di un’intesa nel prossimo Consiglio Europeo del 28 giugno circa il Regolamento Dublino. Tale Regolamento riguarda molto da vicino il nostro Paese, considerato primo paese di ingresso nel territorio dell’Unione Europea nel quale una persona migrante possa fare richiesta di asilo.

Come cammino Caritas e Migrantes Campania, avvertiamo il bisogno di elevare un accorato e unanime appello affinché si proceda con celerità e con sapienza alla valutazione di un Regolamento che metta al centro l’attenzione alla persona e, particolarmente, alla persona costretta a fuggire da pericoli e disagi esistenziali. Nessuno potrà mai negare che il tema delle migrazioni attraversa la storia dell’umanità e, però, proprio in un tempo in cui una serie di mutamenti ha prodotto una società globale, le migrazioni sono temute dalle nazioni occidentali come qualcosa che viene a porre in discussione gli stato elementi su cui, per secoli, esse hanno fondato la propria sicurezza e la propria identità. In queste stesse ore, i cammini di delegazione Caritas e Migrantes della Campania sono protagoniste di accoglienza attraverso la formula dei Corridoi Umanitari.

Possiamo dire che stiamo tracciando un percorso virtuoso che sviluppa un’accoglienza diffusa sul territorio. I territori della Campania, infatti, pur presentando tante difficoltà e criticità, sono sempre generosi ed hanno saputo, e vogliono ancora, rispondere con ammirevole umanità al grido di aiuto di chi approda sulle nostre coste. Comunità parrocchiali, seminari, istituti religiosi, famiglie, associazioni, cooperative e tanta gente di “buona volontà” dicono il proprio “Sì” all’invito del Papa e alle indicazioni pastorali dei Vescovi della nostra terra. Il giorno 27 giugno 2018, la nostra delegazione sarà presente a Roma per accogliere i profughi provenienti dall’Etiopia nell’ambito del corridoio umanitario. La nostra presenza, e anche questo nostro percorso vogliono essere un manifesto chiaro di solidarietà e attenzione all’altro; un appello forte ai capi di governo perché siano attenti alla storia ed ai suoi processi; un poter raccontare il cammino ordinario che si sviluppa positivamente.

Papa Francesco, che ha dato inizio ai suoi viaggi proprio dalla “porta d’Europa”, a Lampedusa, l’8 luglio 2013, con profetiche parole, in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018, così si esprimeva: «Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca. Il Signore affida all’amore materno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore. Tale sollecitudine deve esprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria: dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno. È questa una grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità. Al riguardo, desidero riaffermare che “la nostra comune risposta si potrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”». Quattro verbi, dunque, che interpellano tutti coloro che incontrano l’altro che si è messo in viaggio. Ci auguriamo che, per il Consiglio Europeo del prossimo 28 giugno, questi verbi possano accompagnare il viaggio dei responsabili degli Stati membri e possano chiamare tutti a costruire vie nuove e sicure nel rispetto alla vita”.

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