Bitcoin: valuta o moneta virtuale? Forum degli Avvocati a Santa Maria Capua Vetere

di Redazione

Le innovazioni digitali nella finanza hanno suscitato negli ultimi anni un forte interesse da parte delle autorità pubbliche, degli stakeholder e del settore finanziario, a causa della loro promessa di ridurre, o di eliminare del tutto, le inefficienze che circondano l’esecuzione e la liquidazione dei pagamenti al dettaglio, comprese quelle legate alle transazioni dei consumatori a distanza. Esse presentano anche delle sfide, alcune delle quali sono di natura giuridica. Mercoledì 13 giugno, alle ore 15.30, alla Fondazione Forense degli Avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere di via Lussemburgo, si discuterà di un tema attualmente oggetto di preoccupata attenzione da parte delle Autorità nazionali ed europee il cui compito è garantire la sicurezza e la stabilità finanziaria: Bitcoin.

Le valute virtuali sono oggetto di studio e ricerca costante di due dei cinque relatori che interverranno sul tema. Si tratta del professor avvocato Massimo Rubino De Ritis, ordinario di Diritto Commerciale presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e dell’avvocato Mario Passaretta, dottorando di ricerca di Diritto Commerciale presso la “Vanvitelli”. Il professor Rubino De Ritis è responsabile delll’Unità di ricerca dell’Università “Vanvitelli” per Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (Prin) dal titolo “Criptovalute e Blockchain”, di cui l’avvocato Passaretta fa parte. Sempre in tema di valute virtuali, il prossimo 23 giugno, i due docenti presenteranno un progetto per l’adozione di una moneta (locale) nel Comune di Napoli per il rilancio dell’economia della Città metropolitana partenopea. Gli stessi fanno, infatti, parte della Commissione di studio (settore legale) per l’adozione di sistemi tecnologicamente avanzati per garantire la cosiddetta “democrazia di prossimità”, rendendo possibile l’iniziativa e la decisione diretta dei cittadini su questioni di interesse pubblico.

Oggetto delle relazioni saranno i pagamenti con valute virtuali, caratterizzati, oltre che dall’assenza di danaro contante, dall’assenza di intermediari qualificati (come le banche), in grado di garantire la corretta esecuzione dei pagamenti, sostituiti da un registro contabile distribuito, la blockchain (De Ritis); nonché il controllo dei flussi finanziari in entrata e in uscita dal circuito di pagamento virtuale secondo il recente emendamento alla legge antiriciclaggio che introduce, per la prima volta in assoluto, anche una definizione di valuta virtuale (Passaretta).

Come dichiarato dall’avvocato Passaretta, dopo il primo caso giudiziario italiano sul tema delle criptovalute, e un’attenzione sempre maggiore da parte di Istituzioni nazionali e internazionali, la via verso il progresso tecnologico è tracciato. Del resto, lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella sua recente mozione di fiducia al Senato, ha affermato “la società del domani sarà sempre più caratterizzata dalle reti infotelematiche, da Internet, uno spazio pubblico infinito che facilita la produzione, l’accesso alla conoscenza, crea opportunità ed innovazione, riduce la distanza tra i cittadini e i luoghi della democrazia, aumenta la trasparenza dei processi decisionali. Siamo però consapevoli- dobbiamo esserlo tutti – che la direzione verso cui questo progresso tecnologico si sviluppa non è neutra. Dobbiamo far sì che la direzione di sviluppo sia pienamente compatibile con la tutela dei diritti fondamentali della persona e con le esigenze della collettività. Questa è una sfida determinante (…)”. Continuando, l’avvocato Passaretta ha precisato che con l’innovazione tecnologica è essenziale identificare e qualificare (giuridicamente), in particolare, le nuove e specifiche applicazioni di pagamento con valuta virtuale, per incoraggiarne (e come) l’uso, e mitigarne il rischio di utilizzo improprio, in quanto ciò potrebbe col tempo destabilizzare i rapporti economici.

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