Moneta digitale, la proposta innovativa di De Ritis e Passaretta

di Redazione

Parte da Santa Maria Capua Vetere l’idea di realizzare un circuito elettronico di scambi con l’utilizzo di moneta digitale virtuale (complementare), delimitando i margini di azione legislativa e amministrativa delle pubbliche amministrazioni locali ed i rischi cui gli utilizzatori possono essere esposti. Si è svolto, infatti, sabato 24 giugno, nella Sala del Consiglio di Palazzo San Giacomo, a Napoli, la prima riunione della Commissione Legale per l’adozione di una moneta virtuale e della tecnologia blockchain nell’amministrazione comunale, che può essere estesa in un ambito locale più ampio di quello metropolitano.

Alla riunione hanno partecipato il professor Massimo Rubino De Ritis, ordinario di diritto commerciale nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo Campano “Luigi Vanvitelli” che ha sede a Santa Maria Capua Vetere, e l’avvocato Mario Passaretta, dottorando di ricerca nel medesimo dipartimento, rispettivamente responsabile e componente della locale unità di ricerca per il progetto di rilevanza nazionale (Prin) 2017 per l’utilizzo di criptovalute e tecnologia blockchain per le imprese. Il progetto, presentato nelle sue linee fondamentali dai docenti campani, prevede un modello di crescita economica fondato sulla circolazione del credito (tra imprese) attraverso un circuito elettronico di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi, coinvolgendo start up innovative o società o esperti di settore per dare piena attuazione anche alle prospettate innovazioni tecnologiche. Gli aspetti da esaminare sono diversi: «Le imprese, tra loro accomunate dal settore commerciale d’appartenenza (mercato elettronico, ortofrutticolo, metalmeccanico), partecipanti ad un circuito di compensazione multilaterale, scambieranno tra loro beni o servizi altrimenti non acquistabili in assenza di una liquidità di cassa, per il tramite di una criptovaluta», ha affermato l’avvocato Passaretta, che da tempo studia gli aspetti giuridici delle monete complementari, precisando che «lo scambio sarà tracciabile con registrazione contabile decentrata (blockchain) tenuta da un Ente governativo ovvero da un’Autorità territoriale allo scopo costituita, coadiuvata da una società di gestione e sviluppo della piattaforma di scambio di beni e servizi, preferibilmente una start up innovativa, il cui scopo sarà unicamente quello di migliorare la circolazione e, dunque, la tracciabilità delle prestazioni scambiate». In tal modo, potranno essere superate le perplessità sorte attraverso l’utilizzo della più nota delle criptovalute, il bitcoin.

Il problema è stato ripreso nel corso della riunione dal professor De Ritis, in quanto al circuito elettronico di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi si accederà su base volontaria attraverso la predisposizione di una regolamentazione privata. Secondo De Ritis «andrà realizzato un modello contrattuale tipo (con precise condizioni generali di contratto), con clausole contrattuali riguardanti i meccanismi di attuazione delle obbligazioni pecuniarie, e saranno predisposti precisi flussi informativi (informazioni precontrattuali, regole di formazione del consenso e informazione nel corso della durata del contratto)».

Sembra, dunque, prospettarsi a breve la realizzazione di un sistema monetario alternativo o complementare interamente “made in Naples”, che eviterebbe le attuali preoccupazioni di molti sull’utilizzo della moneta virtuale: «Adeguati sistemi di risoluzione delle controversie, per l’adempimento dei debitori e l’esecuzione da parte dei creditori, forniranno piena tutela degli aderenti nel rispetto dell’attuale legislazione», ha concluso il professor De Ritis, meridionalista convinto, come lui stesso ha pubblicamente precisato, ricordando ai presenti, provenienti da varie regioni italiane, le note capacità anche creative presenti nel nostro territorio e le prospettive di sviluppo per i giovani del Sud.

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