Terremoto L’Aquila, 9 anni dopo: fiaccolata notturna in ricordo delle vittime

di Redazione

Erano le 3.32 del 6 aprile 2009 quando un terremoto di 5,9 gradi Richter devastava l’Abruzzo colpendo duramente L’Aquila, provocando la morte di 309 persone. Vittime ricordate una per una giovedì sera, durante la fiaccolata di commemorazione della tragedia che nove anni fa ha messo in ginocchio un intero territorio. Mentre venerdì è stato proclamato il lutto cittadino.

Ad aprire il corteo, protetto da barriere antiterrorismo installate all’inizio del percorso, lo striscione dei familiari delle vittime. Tra i presenti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla ricostruzione Paola De Micheli, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, oltre al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e a quello di Avezzano, Gabriele De Angelis.

Le fiaccole hanno sfilato nella notte illuminando via XX Settembre fino alla Villa comunale, dove c’è stato il ricordo di alcune vittime scelte come simboliche dai familiari. Poi, alle 3,32, i rintocchi della campana della Chiesa di Santa Maria del Suffragio in memoria delle 309 vittime.

Oggi, è stato sottolineato da alcuni familiari, “è il giorno del silenzio e del ricordo, non è il momento di parlare di ricostruzione e di passerelle”. Ma passeggiare per le strade dell’Aquila significa ancora fare lo slalom tra gru sparse ad ogni angolo della città. Un immenso cantiere, o ‘il cantiere più grande d’Europa’ come lo aveva definito l’allora premier Silvio Berlusconi a qualche mese dal sisma, ipotizzando una veloce ricostruzione della città.

Un percorso invece segnato da numerose inchieste, come quella sugli appalti per il G8che coinvolse l’imprenditore Francesco Piscicelli – intercettato pochi minuti dopo il terremoto mentre “rideva” pregustando gli affari legati alla ricostruzione – e l’assessore comunale Ermanno Lisi, aquilano, che il 30 novembre 2010 definì il terremoto un “colpo di culo”.

Ma il sisma dell’Aquila è stato anche mobilitazione e solidarietà, trainate dall’iniziativa di 56 musicisti italiani che dopo il sisma hanno dato vita al progetto Artisti Uniti per L’Abruzzo e cantato insieme il brano Domani, lanciando un messaggio di speranza e dando il via alla raccolta fondi per le popolazioni colpite.

Fondi di cui ancora oggi avrebbe bisogno l’economia locale per ripartire. E invece è degli ultimi giorni la vicenda delle tasse sospese chieste indietro con gli interessi a circa 350 imprese e professionisti del cratere perché la Commissione europea le considera aiuti di Stato. Il prossimo 16 aprile ci sarà una manifestazione di protesta. Ma oggi regna il silenzio per le vie della città.

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