Sant’Arpino, l’istituto “Mondo Libero” commemora la Shoah e le Foibe

di Redazione

Una cerimonia semplice, ma ricca di simboli e significati è stata quella realizzata dall’Istituto Mondo Libero di Sant’Arpino per commemorare due dei più cruenti avvenimenti storici del Novecento: la Shoah e le Foibe. Il maestro di teatro Gennaro Capasso, insieme a tutto il corpo docente, e ai dirigenti Pino Mondo, Raffaella ed Enrica Buonopane, hanno scelto il 2 febbraio come giorno di commemorazione a cavallo del 27 gennaio – Giorno della memoria, istituito in Italia per celebrare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, e 10 febbraio – Giorno del ricordo in onore delle migliaia di vittime italiane delle Foibe. Entrambi sono stati eccidi, massacri di stampo razziale da condannare senza giustificazioni.

Ed i piccoli alunni dell’Istituto lo hanno studiato in modo nuovo: “Discipline unite per un’innovativa modalità di fare didattica – ha spiegato il maestro Capasso – per un nuovo modo di raccontare la storia. Abbiamo partecipato oggi pomeriggio tutti insieme, genitori ed alunni, ad una lezione frontale che ha visto prima sfilare soldati con al braccio la tipica fascia rossa dei nazi-fascisti simbolo della forza, del potere di uno stato assoluto che emana leggi razziali. Poi hanno sfilato i deportati. I bambini più piccoli segnati con una stella gialla. La stella a sei punte, imposta dai nazisti a tutti gli ebrei sopra i sei anni, che divenne simbolo di umiliazione per carnefici, e di appartenenza per gli Ebrei. Da segno distintivo nei campi di concentramento assurse nella Storia a simbolo vero: della sofferenza di un popolo, della crudeltà senza scusanti perpetrata su un numero assurdo di uomini, donne e bambini”.

“I più grandi – ha continuato Capasso – con la mimica hanno rappresentato la fucilazione, accasciandosi a terra. Poi silenzio. Sono state lavate le mani ed asciugate con teli bianchi. Per lavare le colpe ed essere purificati. È stato servito pane azzimo. Il pane simbolo della tradizione ebraica addolcito dal miele. Il pane azzimo, ribattezzato anche pane dell’afflizione, simbolo della condivisione, della fuga e soprattutto della fine della schiavitù. Infine – ha spiegato il maestro – abbiamo assistito alla deposizione delle pietre per dire sono forte, ci sono e ci sarò per sempre”.

L’iniziativa si è conclusa con le parole della signora Lina, storica direttrice dell’istituto, che ha ringraziato l’egregio lavoro del maestro Capasso e del corpo docente che lo coadiuva: “Così amiamo lavorare, questo significa fare teatro e fare cultura. Oggia abbiamo voluto condividere tutti insieme una riflessione importante ed attualissima sulle forme di odio, persecuzione e intolleranza del recente passato, per contrastare preoccupanti rigurgiti antisemiti e ogni tentativo di negazionismo”.

IN ALTO UN VIDEO, SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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