Tragedia alla Solfatara di Pozzuoli, famiglia cade in cratere: tre morti

di Redazione

Tre persone appartenenti ad una famiglia originaria del Veneto – padre, madre e figlio – sono cadute nel cratere della Solfatara di Pozzuoli, nel Napoletano, a seguito degli smottamenti del terreno. Salvo solo un bimbo di 7 anni.

Le vittime sono Massimo Carrer, 45 anni, nato a San Donà di Piave, la torinese Tiziana Zaramella, 42 anni, che lavorava per la Triveneta Sicurezza all’interno dell’aeroporto Marco Polo di Tessera, e Lorenzo, 11 anni. Vivevano a Meolo, in Veneto, con il piccolo Alessio, 7 anni, l’unico sopravvissuto.

Secondo una prima ricostruzione, il figlio di 11 anni della coppia torinese avrebbe oltrepassato il limite consentito del cratere finendo in una zona di ‘sabbie mobili’, terreno friabile da dove provengono forti esalazioni di gas e perdendo i sensi. Il padre, nel tentativo di tirarlo su è stato risucchiato e, a sua volta, la madre ha cercato di aiutare il marito: entrambi sarebbero rimasti sopraffatti dalle esalazioni.

Sul posto i vigili del fuoco, che hanno chiuso gli accessi all’area, dove sono giunti il magistrato per i rilievi necessari e il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, con i tecnici del comune flegreo. “Sono sconvolto per quanto accaduto all’interno del vulcano Solfatara. Dolore profondo per l’immane tragedia che vede coinvolti tre turisti. Esprimo la piena vicinanza dalla comunità di Pozzuoli alla famiglia delle vittime”, ha dichiarato il primo cittadino.

Il bambino di 7 anni è stato affidato temporaneamente agli assistenti sociali del Comune di Pozzuoli, che lo seguono insieme ad una psicologa. Da Torino arriveranno i nonni del bimbo.

La Solfatara di Pozzuoli – che è proprietà di privati – si estende su un’area di due chilometri ed è uno dei quaranta vulcani dei Campi Flegrei. Un antico cratere vulcanico, ancora attivo ma in quiescenza, che da duemila anni conserva l’attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del terreno. Tutte aree che sono delimitate da barriere in legno e indicate dalla cartellonistica, sinora sufficienti a evitare incidenti.

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