Milano, rapine in stile “Arancia Meccanica”: presa banda di minorenni

di Redazione

Milano – È stata chiamata “Arancia meccanica” l’indagine del commissariato di Quarto Oggiaro sulla baby gang accusata di lesioni, sostituzione di persona, furti, ricettazione e almeno 12 rapine commesse tra aprile e giugno. Gli arrestati sono quattro ragazzi italiani dai 15 ai 17 anni, due dei quali di origine albanese ed egiziana, tutti con famiglie definite “disastrate”. Hanno piccoli precedenti ed erano noti da anni alle forze dell’ordine perché in molte occasioni sono stati autori di bullismo nelle parrocchie.

“Quando li abbiamo arrestati si sono fatti forza dicendo ‘ora andiamo a fare casino al Beccarià. – ha raccontato Antonio D’Urso, dirigente del commissariato – Gli episodi che abbiamo registrato dimostrano un disvalore sociale enorme. Anche il gip ha sottolineato la loro efferatezza e violenza”.

La banda era gestita da un pluripregiudicato egiziano di 23 anni, arrestato di recente dagli investigatori per detenzione di 200 grammi tra marijuana e hashish. Il maggiorenne era considerato il capo e punto di riferimento della baby gang, forniva droga e supporto tecnico come armi e passamontagna. I ragazzi ricambiavano con il bottino dei colpi, per lo più cellulari e contanti ma anche prodotti diversi. In un caso, infatti, hanno portato via a un ragazzo aggredito all’Arco della Pace un paio di scarpe da 530 euro.

Durante le perquisizioni in casa della banda, sono stati trovati un fucile di precisione, un fucile a pompa e due pistole, tutte fedeli riproduzioni senza il tappo rosso. Gli obiettivi erano passanti (soprattutto cinesi), un albergo in via Varesina, negozi come sale slot e tabaccherie.

“In un caso hanno fratturato il dito a una donna a cui hanno strappato la borsa – ha continuato D’Urso -. In un altro hanno colpito un uomo col calcio della pistola provocandogli una ferita alla testa che ha reso necessari 10 punti di sutura”.

Tra i reati contestati c’è la rapina di una Porsche Cayenne a un uomo a cui hanno puntato la pistola in faccia. Hanno usato l’auto solo per sfrecciare tra le vie del quartiere e per farsi vedere in zona. La vettura è stata ritrovata sotto casa di uno dei ragazzi, durante i rilievi per raccogliere le impronte si divertiva ad attivare la chiusura delle portiere col telecomando.

Notevole anche la loro presenza sui social, dove mostravano armi e oggetti di valore presi con la forza. Compaiono anche nel video di un rapper locale interpretando il ruolo della gang.

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