Blitz in campo nomadi, sequestrati 3 milioni di euro

di Stefania Arpaia

I finanzieri del comando provinciale di Genova, nell’ambito dell’operazione “Vurdòn”, hanno proceduto al sequestro di disponibilità finanziarie ed immobili per un valore di 2.777.952,67 euro nei confronti di una famiglia, dimorante nella provincia di Genova, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale ligure.

Le indagini, effettuate dai militari del Gico della Guardia di Finanza e coordinate dal sostituto procuratore Federico Manotti, hanno consentito di accertare che alcuni soggetti appartenenti alla famiglia di A.G., avevano accumulato nel corso del tempo una fortuna, costituita da cospicue somme di denaro depositate su conti correnti, libretti di depositi postali, quote di fondi di investimento e polizze vita.

Un vero e proprio tesoro occultato al Fisco – fra denaro, titoli di credito, imprese di ristorazione, case e automobili – sequestrato dai finanzieri del Comando Provinciale di Genova a cinque residenti nei campi nomadi autorizzati di Genova e di Asti.

Un patrimonio, quello scoperto dalle Fiamme Gialle, sproporzionato e non giustificato dai redditi dei soggetti interessati che, invece, annoverano numerosi precedenti di polizia costituiti, prevalentemente, da reati contro il patrimonio.

Dalle indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Genova, è emerso che alcuni soggetti avevano la disponibilità di ingenti somme sui conti correnti – ma risultavano tuttavia ufficialmente afflitti da una situazione di assoluta indigenza – nonchè una certa padronanza nell’utilizzo degli strumenti finanziari.

Gli elementi raccolti dagli investigatori hanno pertanto permesso alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Genova di emettere un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca dei beni sulla base della manifesta sproporzione fra il patrimonio posseduto ed i redditi dichiarati al Fisco, nonché della conclamata pericolosità sociale dei soggetti.

Nell’ambito delle attività è emersa una convergenza investigativa con i carabinieri del comando provinciale di Genova, delegati dalla stessa autorità giudiziaria genovese, con i quali si è svolta una costante collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario.

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