Puzza, incendio alla Ecotransider: si indaga sulle cause. Arpac verifica danni ambientali

di Antonio Taglialatela

Gricignano – “L’incendio ha danneggiato prevalentemente gli impianti elettrici e la struttura di copertura”. E’ quanto emerso dal sopralluogo effettuato dai Vigili del fuoco di Caserta nello stabilimento della Ecotransider interessato dal rogo di mercoledì pomeriggio. “E’ necessario – scrive nel verbale il comandante provinciale dei caschi rossi, Domenico De Bartolomeo – provvedere a far effettuare da tecnico responsabile e qualificato un’accurata verificata a struttura e impianti nonché tutti gli eventuali lavori di assicurazione e ripristino del caso”. Nel frattempo, sottolinea il comandante, “le aree coperte dello stabile interessate dall’incendio non dovranno essere frequentate da persone”.

Incidente o rogo doloso? – Dal verbale, però, non si evince se l’incendio sia stato o meno doloso. Per quest’ultima ipotesi i Vigili del fuoco non avrebbero trovato elementi utili. E’ in corso, tuttavia, un’indagine degli uomini del commissariato di Polizia di Aversa, guidati dal dirigente Paolo Iodice, e coordinata dalla Procura di Aversa-Napoli Nord che, intanto, ha aperto un fascicolo. Dal comitato “No Puzza”, che continua a presidiare l’area antistante l’azienda considerata fonte dei miasmi nauseabondi sul territorio, propendono per la pista dolosa.

La relazione dell’Arpac: “Rifiuti di cucine e mense” – Una relazione è giunta anche dall’Arpac, l’agenzia regionale di protezione ambientale campana, che ha specificato come i rifiuti interessati dall’incendio “sono costituiti da materiali misti provenienti dal trattamento meccanico dei rifiuti, la cui precisa determinazione (non pericoloso/pericoloso) deve essere definita attraverso una procedura analitica. Nella fattispecie, trattasi di rifiuti provenienti prevalentemente dalla lavorazione meccanica dei rifiuti urbani (rifiuti biodegradabili di cucine e mense)”. Rifiuti che, al momento dell’incendio, erano stoccati in balle all’interno del capannone per un quantitativo di circa 4mila tonnellate. L’incendio ha interessato soprattutto la parte esterna delle balle, compresse e stipate nella zona prossima all’ingresso, per un volume di circa mille metri cubi. Gli stessi rifiuti che erano stati oggetto di contestazione nel corso delle ispezioni, effettuate dal personale dell’Arpac il 29 agosto e il 27 settembre scorsi, per gli ingenti quantitativi accumulati, per l’altezza superiore a quanto consentito dalle norme, nonché per la difformità relativa alle aree occupate rispetto alle planimetrie autorizzate.

L’inquinamento della coltre di fumo – Per quanto riguarda l’impatto ambientale della nube di fumo sprigionata dal rogo, l’Arpac fa presente che, secondo la direzione dei venti, per una distanza di circa 2,5 chilometri in linea d’aria, sono stati interessati dall’azione dei fumi ed eventuali ricadute la zona Asi, l’abitato periferico di Teverola, lotti di terreni ad uso industriale e terreni agricoli, questi ultimi distanti oltre 2,5 chilometri a nord est dall’impianto. Alle ore 18 si è constatato il quasi totale contenimento dell’incendio ed un’esigua produzione di fumi”. L’Arpac Caserta, a tal proposito, effettuerà dei prelievi top-soil nelle aree agricole a nord est dell’impianto, interessate dalla possibile ricaduta di inquinanti derivanti dall’incendio, come potrebbero essere diossine, furani e Pcb.

Le prescrizioni impartite dall’Arpac – Ora la ditta dovrà provvedere alle seguenti prescrizioni impartite dall’Arpac: “Smaltire le acque di percolazione confluite nelle vasche a tenuta interne al capannone, nonché quelle confluite nelle vasche dell’impianto di depurazione come rifiuto a mezzo di ditta specializzata; perimetrare il cumulo dei rifiuti combusti con un percorso che consenta l’ispezione dell’intera massa ed interventi in urgenza con mezzi meccanici; mantenere le altre tipologie di rifiuti non pericolosi a distanza di sicurezza; collocare i rifiuti pericolosi ivi presenti, in particolare guaine bituminose e imballaggi pericolosi, in altra area dell’impianto distante dal cumulo combusto; dare priorità alle operazioni di smaltimento dei rifiuti combusti, effettuando le dovute caratterizzazioni analitiche; rendere efficienti tutti i sistemi inerenti l’impianto antincendio quali estintori, idranti e vasche di accumulo; riattivare il funzionamento dell’impianto scrubber e biofiltro; riattivare il funzionamento del depuratore successivamente allo smaltimento dei reflui provenienti dalle operazioni di spegnimento”.

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