Attentati contro forze dell’ordine e cittadini: blitz contro anarchici

di Redazione

Vasta operazione della polizia di Stato contro la Federazione anarchica informale (Fai). La Digos di Torino, coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, ha dato esecuzione a sette ordinanze di custodia cautelare. L’obiettivo di due attentati avvenuti nel 2006 a Fossano (Cuneo) e nel 2007 a Torino “era quello di uccidere” forze dell’ordine e cittadini, hanno rivelato gli investigatori.

Sette quindi gli anarchici finiti in manette, mentre altri otto risultano indagati nell’ambito dell’operazione denominata “ScriptaManent”. I poliziotti, con l’ausilio di unità cinofile antiesplosivo, hanno sottoposto a perquisizione oltre 30 anarchici e 29 abitazioni dislocate in Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Campania e Umbria.

Agli arrestati viene contestato il reato di associazione con finalità di terrorismoe attribuisce agli stessi l`esplosione di tre ordigni. Uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due ordigni presso la Caserma allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006. Gli ordigni, in entrambi i casi, erano programmati per esplodere a breve distanza l`uno dall’altro al chiaro scopo di arrecare grave danno all’incolumità delle forze dell’ordine intervenute sul posto.

L’operazione della Digos di Torino trae origine dal procedimento penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Torino a seguito del ferimento dell`ingegner Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell`Ansaldo Nucleare, per mano di appartenenti al “Nucleo Olga”, espressione del cartello eversivo “Fai-Federazione Anarchica Informale”.

L’indagine dei poliziotti, attraverso l’analisi di un`enorme quantità di documentazione ideologica, ha permesso di ricostruire la struttura associativa e l’evoluzione internazionale della Fai.

Era a Torino la base della Fai. Il materiale raccolto nel procedimento in carico alla Procura di Torino, in cui sono confluiti per competenza anche i fascicoli di indagine delle procure di Genova, Milano, Perugia, Bologna e Lecce, ha consentito di dimostrare infatti che la Fai è stata costituita per iniziativa di anarchici residenti a Torino. Questi ultimi, in collaborazione con altri anarchici residenti tra l’altro a Viterbo, Pescara e Roma, “hanno promosso, organizzato e compiuto attentati – sostengono gli investigatori – alla vita e all’incolumità delle persone attraverso l’utilizzo di armi, l’invio di plichi esplosivi ed incendiari nonché la collocazione di ordigni esplosivi temporizzati, su diverse province del nostro Paese”.

Ci sono anche napoletani tra gli arresti nel maxi blitz contro il Fai, la federazione anarchica informale, che negli ultimi anni si è resa responsabile della gambizzazione del manager Ansaldo Roberto Adinolfi, nel 2012 a Genova, e degli ordigni lasciati sotto le abitazioni di Prodi e Cofferati. I due finiti in carcere sono Marco Bisesti, di 33 anni, e Alessandro Mercogliano, di 43. I loro nomi compaiono nell’inchiesta sul caso Adinolfi e sarebbero stati in stretto contatto con gli anarchici torinesi.

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