‘Ndrangheta, Senato dice sì alla richiesta d’arresto per Caridi

di Redazione

Caridi può essere arrestato: il Senato ha dato il via libera alla misura per il senatore Gal, dopo che ieri  la Giunta per le immunià aveva dato l’ok alla richiesta (12 voti a favore, 7 contrari e un astenuto) trasmessa dai magistrati di Reggio Calabria che accusano il senatore di essere al vertice della cupola segreta della ‘ndrangheta. Pd, M5S e Lega avevano votato ‘sì’, FI, Gal e Idea ‘no’, Andrea Augello (Cor) si era astenuto e Dario Stefano (Misto) e Nino D’Ascola (Ncd) non avevano votato.

A  Palazzo Madama i voti a favore sono stati 154,110 i no e 12 astenuti: la votazione è avvenuta con voto segreto, come richiesto dai senatori di Gal, nonostante il Pd avesse proposto il voto palese. “Ovviamente ci consegneremo noi”, ha detto l’avvocato Valerio Spigarelli, legale del senatore.

Stamani il presidente del Senato Pietro Grasso aveva disposto l’inversione dell’ordine del giorno dei lavori: l’Aula è stata chiamata ad affrontare prima la relazione della Giunta per le Immunità sulla richiesta di arresto del senatore Caridi e poi la votazione degli articoli e emendamenti del ddl di riforma dell’editoria. “Colleghi, come noto l’ordine del giorno di oggi prevede tra l’altro l’esame di un documento il cui esito potrebbe incidere sia sulla libertà personale di un senatore sia sulla stessa composizione della nostra Assemblea e ritengo che tale argomento debba avere la priorità sugli altri, pertanto ai sensi dell’articolo 56 comma 3 del Regolamento dispongo l’inversione dell’ordine del giorno”, aveva detto Grasso.

E scoppia la polemica, con Gal che ha cercato di prendere tempo e il centrodestra che si è detto contrario alla decisione del presidente di Palazzo Madama. Ma anche il Pd si è trovato in imbarazzo, con il capogruppo Luigi Zanda che ha dichiarato di non essere stato per nulla informato della cosa: “Signor presidente, prendo atto della sua decisione e lo faccio avendola appresa, come tutta l’Aula, nel momento in cui l’ha comunicata all’Assemblea”.

Ma alla fine il Partito democratico ha votato per il sì. “Il Pd ha confermato il voto dato nella Giunta per le elezioni. Chi ha sperato in imboscate, ora sarà deluso. Lette le carte, abbiamo ritenuto che non ci fosse fumus persecutionis nell’inchiesta che riguarda il senatore Caridi. Sono decisioni comunque difficili, che il gruppo dem affronta sempre a viso aperto, con rigorosità, senza pregiudizi e caso, per caso”, ha commentato il senatore Pd Andrea Marcucci.

Al Senato ha preso la parola anche Caridi per la sua autodifesa da “un’accusa sconvolgente, ingiusta”. “Mai ho avuto rapporti né ho stretto patti – ha detto – con il crimine organizzato, mai ho fatto parte di logge segrete, non ho mai svenduto il mio ruolo. Non c’è un fatto che dimostri l’infamante accusa che mi viene rivolta”. Dopo il voto, il senatore Gal ha lasciato l’Aula commosso, tra abbracci e saluti.

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