Frode fiscale nelle Marche, sequestrati beni per 8 milioni al gruppo Cerolini

di Redazione

I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Macerata e della compagnia di Civitanova Marche, su disposizione del gip del tribunale di Macerata, Potetti, a seguito di richiesta della Procura, hanno sottoposto a sequestro beni mobili ed immobili, tra cui un noto bar/caffè di Macerata, distributori stradali di carburanti, quote societarie, nonché locali commerciali e disponibilità bancarie. Il tutto fino a concorrenza del valore complessivo delle imposte evase di 8 milioni e 300mila euro nei confronti degli indagati Giuseppe Cerolini e Cornel Moldovan.

Le indagini hanno consentito di giungere alla segnalazione di fatti costituenti reato nei confronti di 10 persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e in particolare all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione dei redditi fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti falsi, alla omessa dichiarazione, all’occultamento o distruzione di scritture contabili, all’indebita compensazione.

A cadere sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle sono state le imprese riconducibili a Giuseppe Cerolini, tra cui in particolare la Effemme Srl, società al cui interno si annoverano svariate attività commerciali: dalla gestione di punti di distribuzione di carburante alla gestione di noti locali bar e ristoranti.

In precedenza, il 21 gennaio scorso, i finanzieri avevano eseguito un primo decreto di sequestro per equivalente emesso dal gip Pannaggi, del Tribunale di Macerata, poi confermato dal locale Tribunale per il riesame, relativo ad altre e similari imputazioni per reati di emissione, utilizzazione di F.o.i., dichiarazione fraudolenta, per tributi evasi per oltre 13 milioni di euro. In quel caso le attività erano scaturite da verifiche fiscali avviate nei confronti di una società operante nel commercio all’ingrosso di calzature e accessori (Mangusta Srl, amministrata da Antonio Cardinali) ed erano proseguite nei confronti di altre società operanti nei settori del pellame, della plastica, della distribuzione di carburanti e di locali nel settore ristorazione (Raf 28 Srl amministrata da Cardinali Antonio, Mat.P. Srl amministrata da Guerra Raffaele, D.p.r. di Secchiari Roberta), che si erano concluse con la constatazione di numerose violazioni fiscali e penali tributarie e addebito di tributi evasi di svariate decine di milioni di euro.

Secondo gli inquirenti, stato architettato un sistema organizzato di società, aventi lo scopo di frodare il fisco, attraverso l’uso illecito di fatture per operazioni commerciali inesistenti e rispetto a cui Giuseppe Cerolini ricoprirebbe un ruolo primario, quale effettivo amministratore di molte delle società controllate.

Il lavoro investigativo delle Fiamme Gialle – pur ostacolato dalla frammentarietà della documentazione contabile, sinora reperita presso le aziende ispezionate, in quanto a volte apparentemente distrutta e/o occultata – ha consentito di ricostruire sia l’impianto contabile che i reali volumi d’affari conseguiti, con l’individuazione dei i soggetti, che, allo stato, si reputa abbiano emesso e/o ricevuto le contestate fatture false. Risolutiva, per l’esatta ricostruzione del sistema di frode utilizzato, si è dimostrata la particolare attenzione rivolta dai verificatori ai mezzi di pagamento. È stato, così, appurato che il tipico flusso finanziario, necessario per regolarizzare le posizioni debitorie derivanti dalla ricezione delle fatture di acquisto, veniva sistematicamente di fatto annullato attraverso cessioni “pro-soluto” di crediti precostituiti con fatture false.

Sulla base di quanto sinora accertato, detto modus operandi, basato essenzialmente sul massiccio ricorso all’emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con costituzione di falsi crediti Iva, ha consentito agli indagati di operare soprattutto illegittime compensazioni (sia verticali che orizzontali) con debiti d’imposta, permettendo così di ottenere illecitamente – di fatto per Cerolini, in via primaria – risparmi fiscali di rilevante entità. Come ulteriore conseguenza, tale pratica illecita ha determinato anche, per le aziende coinvolte, la possibilità di realizzare politiche commerciali, basate su transazioni a prezzi indebitamente concorrenziali.

I dieci indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati tributari, nonché, soprattutto, di ottenere il sequestro preventivo, anche per equivalente, di somme di danaro, beni mobili ed immobili e quote societarie, fino alla concorrenza delle imposte evase, allo stato di rilevantissimo importo ed in vista della confisca delle stesse, a beneficio dell’Erario.

Di conseguenza, il gip di Macerata, accogliendo la richiesta formulata dal sostituto procuratore, con l’assenso del procuratore della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, ai fini della confisca per equivalente della somma evasa, sino alla concorrenza di un controvalore complessivo pari ad oltre 8.300.000 euro, costituito da beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati. Si tratta di: disponibilità finanziarie; 11 beni immobili (8 fabbricati e 3 terreni); 9 società di capitali e una ditta individuale comprensive di unità locali, tra cui un negozi di calzature; una macelleria; una pizzeria; 6 ristoranti; 5 bar; 4 distributori stradali; un centro estetico; 16 veicoli.

Tra i beni sequestrati, si annoverano società riconducibili all’indagato Giuseppe Cerolini che sono state raggiunte dal vincolo cautelare secondo il principio del sequestro per equivalente. In particolare, sono state coinvolte nella procedura di sequestro le seguenti imprese: Cerolini S.r.l., con sede in Roma, esercente l’attività di ristorazione con somministrazione; Cerolini Gestione e Commercio S.r.l., con sede in Civitanova Marche, esercente l’attività di ristorazione con somministrazione; M.e.g. S.r.l., con sede in Civitanova Marche, esercente ‘attività di commercio all’ingrosso di altre macchine e attrezzature; Sole S.r.l., con sede in Montemurlo, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di calzature e accessori;  Verardo Group S.r.l., con sede in Monte San Giusto, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di cuoio e pelli.

Rientrano nella gestione delle aziende sequestrate anche una caffetteria sita nel centro storico di Macerata e vari locali (ristoranti e bar), presenti sulla costa nonché le società (Meg Srl e Cerolini Srl) che detengono la proprietà della società di calcio dilettantistica della Civitanovese.

Le attività di sequestro hanno interessato le province di Macerata, Ancona, Fermo, Foggia, Firenze, Prato, Crotone, Roma, Terni, Ravenna e Chieti. Ancora una volta, il sequestro per equivalente si dimostra uno degli strumenti più efficaci per il contrasto all’evasione fiscale.

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