Tangenti in Lombardia, 21 arresti: c’è anche il leghista Rizzi

di Redazione

Ventuno persone sono state arrestate con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. L’indagine, denominata “Smile”, ha ricostruito l’operato di un gruppo imprenditoriale accusato di aver corrotto funzionari delle gare di appalto pubbliche lombarde, bandite da diversi  ospedali per la gestione esterna di servizi odontoiatrici.

In manette anche il consigliere regionale della Lega Fabio Rizzi, braccio destro di Roberto Maroni e autore della riforma lombarda della Sanità. Ordine di custodia cautelare anche per la moglie di Rizzi, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari. Per entrambi c’è l’accusa di associazione per delinquere. Perquisizioni nel domicilio di Rizzi e negli uffici al Consiglio regionale.

Rizzi, nella sua qualità di primo consigliere della Regione Lombardia e di presidente della commissione Sanità, sarebbe stato remunerato dal gruppo imprenditoriale al centro dell’inchiesta con il finanziamento della campagna elettorale alle regionali di febbraio 2013.

Stessa accusa anche per Mario Longo, membro dello staff di Rizzi. Per loro, secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Monza e dei carabinieri di Milano, risulterebbero anche altri versamenti, tra cui una tangente di 50mila euro pagata in contanti, grazie all’intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio, e una serie di finte consulenze, per 5mila euro al mese, fatturate dalla moglie di Longo.

“Sul piano umano non è una notizia di cui dobbiamo rallegrarci. Sul piano istituzionale è un altro duro colpo alla credibilità di questo Consiglio regionale, che stiamo cercando di recuperare”. Così il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, ha commentato l’arresto di Rizzi. Cattaneo ha anche aggiunto però che resta “sacrosanto il principio costituzionale di presunzione di innocenza”.

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