Sanremo, Enrico Ruggeri: “Non vincerò ma voglio restare nel tempo”

di Emma Zampella

Enrico Ruggeri è pronto, ancora una volta, a tornare sul palco dell’Ariston. Con quella targata 2016, saliranno a dieci le edizioni a cui ha preso parte il cantante che ha alle spalle 32 album che raccolgono 40 anni di carriera. Il brano che lo vedrà protagonista alla 66esima edizione del Festival è “Il primo amore non si scorda mai”, un po’ come la kermesse canore che l’ha visto due volte vincitore.

Un’occasione quella del festival che gli ha permesso di lavorare ancora ad un nuovo progetto musicale, “Un viaggio incredibile”, doppio cd con nove inediti, con i successi del suo repertorio tra l’86 e il ’91 e con quattro cover di David Bowie, un omaggio al Duca Bianco scomparso recentemente. E Ruggieri lo racconta così: “Questo nuovo disco è legato al precedente. In Pezzi di Vita del 2015 riproponevo i successi tra l’80 e l’85. Stavolta quelli tra l’86 e il ’91, e non mancano Quello che le donne non dicono, Rien va plus, Ti avrò e Il portiere di notte. Magari farò anche ’92-’97 chissà… per quanto riguarda gli inediti, invece, mi sembra di avere un occhio più interessato e affettuoso verso i miei simili, li descrivo con meno rabbia e invettiva e con più ‘pietas’. Sono ondivago, in questo viaggio incredibile che è la vita”.

Nel disco anche Life on Mars?, The Jean Genie, All the Young Dudes, Diamond Dogs di David Bowie. “Come tutti, ho iniziato ragazzino a suonare con i suoi pezzi. Mi ha sempre affascinato la sua autonomia intellettuale oltre che quella artistica, il suo essere in grado di anticipare i tempi e il suo essere camaleontico, ma non per nascondersi, piuttosto per segnare la differenza con gli altri”. Ruggeri non ha mai incontrato dal vivo il Duca Bianco (“ma l’ho visto in concerto”), mentre “credo di essere stato l’ultimo italiano a intervistare Lou Reed. Ed è stato come lo avevo immaginato: meravigliosamente scostante e alla fine dell’intervista sono stato l’unico cui ha stretto la mano”.

 Ma nonostante tutto tornare sul quel palco non è mai semplice: “Ho solo paura di distrarmi quando vedi gente strana seduta in prima fila. Il festival è funzionale ai progetti futuri, condensi in un mese quello che di solito si fa in cinque”, dice Ruggeri che tra una canzone e l’altra è riuscito anche ad emergere come apprezzato scrittore ed è impegnato nella stesura di un nuovo romanzo.

“E’ un giallo. Il protagonista è un commissario del Sud trapiantato a Milano. Un uomo normale che fa la spesa, prende il tram e il metrò. Mi piace raccontare storie, che siano in tv, alla radio, in una canzone o in un libro. Nei romanzi hai più libertà che nei brani musicali, però quando penso di finire sullo scaffale vicino a Cechov, un po’ di soggezione mi viene. Ma il più critico tra i miei lettori sono io”.

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