Appalti e mafia, sequestrate quote della Tecnis a Catania

di Redazione

Catania – Sempre più incerto il futuro del cantiere per la realizzazione dell’anello ferroviario, affidato alla Tecnis. Il colosso catanese, che si è aggiudicato l’appalto, è nuovamente nell’occhio del ciclone e i carabinieri del Ros hanno eseguito il sequestro di quote e azioni per oltre un miliardo e mezzo di euro.

Il provvedimento interessa Tecnis spa, Artemis spa e Cogip holding srl ed è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale etneo per presunti collegamenti tra il gruppo imprenditoriale e Cosa nostra alla quale “sono state garantite ingenti risorse economiche ed è stata consentita l’infiltrazione del redditizio settore degli appalti pubblici”.

Una nuova “tegola” che aggrava una situazione già difficile. Il gruppo è stato commissariato dopo l’interdittiva antimafia che aveva raggiunto i suoi vertici e la situazione finanziaria è disastrosa, tanto da mettere a rischio i cantieri aperti. Si tratta – nel caso dell’anello ferroviario – di un’opera da 154 milioni.

Le ipotesi sono tre: la ristrutturazione del debito, l’eventuale cessione e il concordato preventivo. Tra oggi e domani il commissario Saverio Ruperto dovrà sciogliere le riserve e dire se è in grado o meno di presentare un nuovo piano di ristrutturazione del debito e procedere con gli impegni assunti. In caso contrario si dovrebbe affidare l’appalto a una seconda ditta. Ma è una procedura lunga, che richiede almeno un anno.

Quanto al futuro dei cantieri aperti in via Amari, viale Lazio, viale Campania e al Politeama, il Comune nei giorni scorsi ha inviato una lettera a Rfi (stazione appaltante ndr.) e Italferr chiedendo di attivare tutte le procedure previste per legge: la verifica dei ritardi, la possibilità di pianificare il recupero e, nel caso in cui quest’ultimo non fosse possibile da parte di Tecnis, la risoluzione del contratto. Lo stesso sindaco, nel corso di una conferenza stampa convocata ad hoc per fare chiarezza sulla vicenda, ha assicurato che Palazzo delle Aquile chiederà di “ricoprire in danno o direttamente le trincee di Palermo perchè non possiamo tenere un cantiere aperto per mesi nell’attesa che subentri un’altra ditta”.

Di fatto però Comune e cittadini, per adesso, possono solo aspettare che la situazione si sblocchi. In attesa di una risposta concreta anche i dipendenti Tecnis, che da mesi non percepiscono lo stipendio. I rappresentanti sindacali hanno incontrato i vertici di Rfi, che ha fornito “ampie rassicurazioni ai lavoratori” sulla possibilità da parte della stazione appaltante di sostituirsi all’azienda per attivare i poteri di surroga e predisporre il pagamento diretto dei salari.

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